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Governo, Renzi testa eventuale consenso a sua premiership

Matteo Renzi in una immagine di archivio. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - Il segretario del Pd Matteo Renzi, che ieri ha concluso una riunione della direzione del suo partito promettendo una discussione a tutto campo sul governo il 20 febbraio, cioè dopo la prevista votazione alla Camera della riforma elettorale concordata con Silvio Berlusconi, sta cercando di capire quanto consenso avrebbe il tentativo di succedere a Enrico Letta a Palazzo Chigi senza nuove elezioni. Lo riferiscono a Reuters alcune fonti del Pd. Ma il premier Letta non ha alcuna intenzione di farsi da parte, dicono altre fonti. Dunque tra i due potrebbe aprirsi un nuovo scontro. "Renzi non ha alcuna voglia di farlo, ma se tutti glielo chiedono non può dire di no", ha detto una fonte vicina a Renzi, dopo la riunione di ieri in cui le critiche al governo e l'incitamento a un passo avanti del segretario, che è anche sindaco di Firenze, sono venuti soprattutto da esponenti della minoranza bersaniana. La fonte spiega che "molti fuori dal Pd già hanno chiesto a Renzi di impegnarsi; bisogna vedere che ne pensano altri", compresi lo stesso Letta e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 2013 ha dato al premier attuale l'incarico di formare il governo delle "larghe intese". Al termine della riunione della direzione nazionale - l'organismo in cui siedono circa 140 persone, con una schiacciante maggioranza a favore del segretario - Renzi ha detto che per quel che lo riguarda "lo schema non è cambiato ed è quello indicato dal presidente del Consiglio", cioè di un governo che nel 2014 deve fare le riforme dopo di che si può andare al voto. "Vogliamo cambiare schema? Non ho problema, discutiamone", ha aggiunto Renzi, aprendo così di fatto anche alla possibilità che invece di un rimpasto di ministri o di un Letta bis, ci sia una staffetta al vertice dell'esecutivo. "L'ASSIST" DI CUPERLO "Renzi è convinto che deve andare a palazzo Chigi perché non ha alternative", ha detto uno dei leader della minoranza interna che preferisce restare anonimo. Secondo la stessa fonte il segretario starebbe anche sondando i dissidenti del Movimento 5 stelle in Senato per capire se avrebbe il loro appoggio. "Il segretario non ha galvanizzato l'elettorato con la riforma elettorale; non sembra che nessuno si ecciti con la riforma costituzionale, e le elezioni europee sono tra pochi mesi... Ha sfruttato l'assist di [Gianni] Cuperlo, il quale punta a mandare Renzi al governo perché spera che così lasci la guida del partito, ma si sbaglia", aggiunge. L'ex presidente del Pd Cuperlo - che nelle scorse settimane si è dimesso dal suo incarico per una polemica con Renzi - ha detto ieri in sostanza che se Letta non dà il via a una "ripartenza" del suo governo, il Pd dovrebbe mirare a sostituirlo con il sindaco di Firenze o a nuove elezioni. "Sì, confermo che Renzi vuole andare a fare il premier", dice un parlamentare molto vicino a Letta, "ma il premier attuale non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro". "Il mestiere di segretario si sta rivelando più complicato di quello che pensava", ha aggiunto la fonte: "Ma realisticamente questo tentativo di Renzi non ha molte basi. Il semestre europeo è importante, e questo governo è riconosciuto a livello europeo. Poi l'ultima settimana ha dimostrato che il governo è attivo, anche grazie alle dimissioni di Antonio Mastrapasqua dall'Inps (per la vicenda dei suoi numerosi incarichi) e all'investimento del Kuwait in Italia, mentre i partiti latitano". "Letta non è tipo da fare strappi, ed è difficile che prima del 20 febbraio si arrivi a un rimpasto di governo, ma il premier pretenderà dal partito il rispetto degli impegni", aggiunge. MA LETTA NON VUOLE FARSI DA PARTE Anche Francesco Sanna, un parlamentare lettiano ma che alle primarie per la guida del Pd ha sostenuto Renzi, dice che "il premier ieri ha fatto un discorso in cui ha annunciato la prospettiva di un maggiore impegno al governo, non di un disimpegno". "Lo schema che rimane è quello su cui il governo ha ottenuto la fiducia: le riforme poi il voto. Poi, sarebbe incomprensibile un cambio di premier senza il passaggio delle urne", aggiunge il parlamentare sardo. Per Sanna, comunque, si pone sempre "la questione problematica del rapporto tra il Pd e il governo, che va chiarita. Il partito deve sentire questo governo un po' più suo". E il parlamentare rimprovera anche gli "ultrà" renziani: "L'animosità non serve a niente, bisogna pensare al bene del Paese". Per Pippo Civati, che con Cuperlo a dicembre aveva sfidato Renzi per la segreteria, "la linea del segretario è frastagliata e piena di contraddizioni. Dovrebbe tenersi lontano dall'idea di una sfida con Letta", anche se a suo avviso ieri il partito ha di fatto sfiduciato il governo. Unica soluzione possibile, per Civati - un tempo vicino a Renzi - sarebbe un cambio di maggioranza a tempo per andare presto a elezioni. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia