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Governo rinvia a martedì decreti su Imu e Bankitalia, Letta smentisce tensioni

Il premier Enrico Letta nel cortile di Palazzo Chigi, sede del governo, lo scorso 21 ottobre. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

di Giuseppe Fonte ROMA (Reuters) - Il governo rinvia a martedì prossimo, 26 novembre, i decreti legge sull'Imu e sulla rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia. Palazzo Chigi motiva il ritardo con la necessità di ricevere il via libera della Banca centrale europea alla nuova governance di Via Nazionale. Tuttavia, secondo fonti governative, pesa anche il dissidio con la maggioranza su quali immobili esentare dal versamento della seconda rata dovuta nel 2013. Forza Italia e il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano insistono affinché il Tesoro trovi le risorse per detassare non solo le abitazioni principali, ma anche i beni strumentali delle imprese agricole. "Il rinvio è esclusivamente dovuto a un fatto formale. I due provvedimenti devono andare in parallelo. Le banche saranno toccate da entrambi i provvedimenti", ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta. "L'uno assegnerà con le quote delle risorse. Con l'altro si aumenteranno gli acconti per banche e assicurazioni", ha aggiunto. TETTO AL 5% PER LE QUOTE DI BANKITALIA Banca d'Italia fa parte del sistema europeo delle banche centrali e gode della più totale indipendenza. Qualsiasi decisione il governo voglia assumere richiede il via libera preventivo di Francoforte, pena la violazione dei trattati europei. La Bce, attraverso un portavoce, dice di aver ricevuto "da poco la richiesta italiana. Per l'opinione ci vorrà il tempo necessario". Avvalendosi di un comitato di esperti, Bankitalia ha indicato in 5-7,5 miliardi il valore corretto delle sue quote, a fronte dei 156.000 euro previsti da una legge che risale agli anni trenta. Il governo vuole rendere le quote scambiabili e trasformare la Banca d'Italia in una public company. L'ipotesi a cui lavora l'esecutivo è di introdurre un tetto al 5% per le quote di partecipazione, riferisce una fonte governativa. L'operazione dovrebbe assicurare un gettito una tantum di 1,2 miliardi nel 2014. Rivalutando le quote, le banche potranno rafforzare i loro patrimoni già nei bilanci del 2013 e rispettare più facilmente i requisiti di Basilea III. IMU, ACCONTI IRES E IRAP SLITTANO AL 10 DICEMBRE "Discuteremo martedì sui terreni agricoli. Posso dirvi che c'è l'esenzione sui fabbricati rurali che subivano una doppia tassazione", assicura il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. Esentare solo abitazioni principali e case popolari, come propone da giorni il Tesoro, costa poco più di 2 miliardi. Esentare anche l'intero comparto agricolo, come chiedono Forza Italia e Nuovo centrodestra, aumenta le esigenze di copertura a 2,4 miliardi. "Preferirei che rispondessimo martedì a domande specifiche", ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, evitando di fornire chiarimenti ai cronisti. "Dobbiamo mettere a punto la ripartizione delle risorse. Ho sempre detto che non sarebbe stato un esercizio facile", ha aggiunto l'ex direttore generale della Banca d'Italia. A complicare il quadro c'è il fronte dei comuni. Il governo ha promesso di restituire ai sindaci tutto il mancato gettito Imu. Il Tesoro calcola gli oneri applicando le aliquote standard del 2012. I sindaci chiedono di avere tutto il gettito, comprese le maggiori aliquote già decise da numerosi comuni. La differenza vale almeno 500 milioni. Per dare tempo ai contribuenti, il termine di versamento degli acconti slitterà al 10 dicembre dal 30 novembre, ha chiarito Letta. COPERTURE A RISCHIO CENSURE UE? La copertura messa a punto dal Tesoro per cancellare la seconda rata Imu deriva da un aumento degli acconti di banche e assicurazioni "oltre il 120%" sia nel 2013, sia nel 2014. Una soluzione che "porterà irrevocabilmente all'apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea", secondo il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Il problema nasce dal fatto che la Commissione europea potrebbe bollare i maxi acconti sulle società finanziarie come un prestito forzoso. Via XX Settembre ha posto sul tavolo del governo un ulteriore anticipo di imposta a carico di banche, società di intermediazione finanziaria (Sim) e società di gestione del risparmio (Sgr): l'acconto del 100% dell'imposta sostitutiva al 20% su plusvalenze e proventi da attività finanziarie. Ma anche qui ci sarebbero dei problemi: banche, sgr e sim gestiscono i patrimoni sulla base delle scelte che prendono i clienti; questo rende complicato quantificare l'acconto. Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia