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Il gran debutto del Bitcoin

La prima giornata della settimana, sui mercati tradizionali, è stata piuttosto priva di spunti significativi.

Per la borsa americana possiamo parlare di consueto rialzo, modesto, ma continuo, che ha permesso ai tre indici più importanti (SP500, DowJones e Nasdaq100) di avanzare ulteriormente verso i rispettivi record assoluti.

Per i mercati europei invece la seduta è stata caratterizzata dal ritorno dell’indecisione, con il prevalere di immediate prese di beneficio, anche se modeste, dopo i rialzi di venerdì scorso. La situazione di Dax ed Eurostoxx50 resta pertanto ancora ingabbiata all’interno della ormai lunga congestione laterale che dura dal 15 novembre, e cioè ormai quasi da un mese, mentre per il nostro Ftse-Mib, grazie al balzo che venerdì, per merito dei bancari, gli ha permesso di uscire al rialzo da questa congestione, possiamo al momento parlare di pullback di verifica della sua forza relativa. Un pullback che, per mantenersi tale ed essere seguito da una continuazione del rialzo fino ai massimi dell’anno, necessita che gli altri indici europei evitino il ritorno sulla parte bassa del loro trading range, rappresentato dai minimi di novembre.

Questa situazione di attesa, che in modo non del tutto simile si vive da entrambe le sponde dell’Atlantico, è dovuta forse al fatto che in settimana avremo diversi appuntamenti di prim’ordine con le banche centrali, anche se da essi non mi attendo nulla che non sia già incorporato nei prezzi attuali.

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L’appuntamento principale è previsto per mercoledì, quando la Federal Reserve USA concluderà la sua ultima riunione dell’anno con l’aggiornamento delle previsioni economiche, il rialzo dei tassi di un quarto di punto, telefonato come non mai, e l’ultima conferenza stampa di Janet Yellen prima dell’agognata pensione. Una conferenza stampa che probabilmente sarà noiosamente inutile, dato che il bastone del comando passerà a febbraio in mano a Jerome Powell e Yellen è sempre molto attenta a non sbilanciarsi troppo. Io sogno che possa essere l’occasione per nonna Yellen di impugnare la spada e togliersi finalmente un bel po’ di sassolini dalle scarpe, parlando a ruota libera e fuori dai denti.

Rimarrà un sogno, lo so. Ma solo questa improbabile eventualità potrebbe suscitare qualche emozione sui mercati, che paiono avviati per inerzia a segnare in USA l’ennesimo record e concludere l’anno sopra le nuvole.

Il giorno seguente avremo la risposta della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , che dovrebbe essere uno stanco sbadiglio, dato che l’impostazione della politica monetaria futura è già stata data ad ottobre e non si vedono motivi che possano far cambiare nemmeno una virgola. Non avremo perciò alcun movimento sui tassi (0 quelli ufficiali e -0,4% quelli pagati dalle banche per i depositi di liquidità preso la BCE). Il QE verrà dimezzato a 30 miliardi al mese a partire da gennaio e verrà prolungato fino a settembre prossimo.

Gli antipasti a questi due grandi appuntamenti si avranno oggi, con un discorso di Draghi, che non penso voglia anticipare quel che dirà giovedì, e domani con un discorso di Kuroda, presidente della Banca del Giappone, rimasto l’unico ad avere un QE a pieno regime, che potrebbe rivedere al rialzo le stime del PIL giapponese.

Insomma. Le premesse non sono tali da farci attendere giornate campali all’insegna della volatilità, dato che i mercati hanno attese molto definite e solide. Solo imprevedibili ed improbabili scostamenti dalle comunicazioni ampiamente scontate potrebbero suscitare qualche agitazione nei mercati.

Tutta l’agitazione possibile i mercati la stanno mettendo nel Bitcoin, in onore del quale ieri si è celebrato il ballo delle debuttanti, con l’ingresso nel club dei future al CBOE, la borsa delle opzioni di Chicago. La prossima settimana avremo il bis con la quotazione anche al più ampio circuito del CME, sempre di Chicago.

Il simbolo della deregolamentazione valutaria viene così imbrigliato nella standardizzazione di un contratto a termine. Il videogioco preferito degli smanettoni in t-shirt, finora scambiato su piattaforme internet con prezzi e spread anche molto diversi, diviene ora alla portata degli istituzionali, dei fondi (hedge e tradizionali) e della finanza ben vestita che frequenta i mercati dei derivati.

Intanto tutti i tiggì hanno celebrato l’evento, come si conviene alle bolle speculative degne di tal nome, dando così il loro modesto contributo a gonfiarla ulteriormente. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo giorno di vita del future il rialzo è stato spettacolare, passando dai 14.500 dollari delle prime contrattazioni fino ad un massimo di 18.680. Poi sono cominciate le montagne russe con un rapido calo di oltre 1000 dollari ed al momento in cui scrivo staziona intorno a quota 17.600.

Siccome ora il future ha enormemente ampliato la platea di possibili compratori di Bitcoin, non mi stupirei che venissero toccate vette inusitate, magari anche 50.000 dollari in tempi abbastanza rapidi.

I regolatori non potranno più ignoralo, come fanno ora. Sarà interessante osservare se nei numerosi interventi che questa settimana ci propineranno, qualche banchiere centrale ci farà sapere la sua opinione su quella che ambisce a diventare la moneta alternativa del futuro ed a togliere loro ogni potere di controllo sulla creazione di strumenti di pagamento.

In questo caso vedremmo certamente sul Bitcoin Future quella volatilità che torna a latitare sui mercati tradizionali delle azioni ed obbligazioni.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online