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Greggio, prezzi in recupero ma dubbi su deal produzione frena rally

LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio recuperano parte delle perdite della vigilia anche per effetto della debolezza del dollaro, ma le limitate probabilità di un accordo a breve termine tra i maggiori esportatori al mondo per congelare la produzione frena i rialzi. Dopo i massimi di una settimana toccati lunedì sull'intesa per una maggiore collaborazione tra Russia e Arabia Saudita, finalizzata a stabilizzare il mercato petrolifero, le quotazioni sono scese sulle rinnovate incertezze attorno ad una mossa tra i big mondiali per contrastare l'eccesso di offerta, anche sull'esperienza del fallimento delle discussioni nel meeting di Doha dello scorso aprile. "Il mercato sta reagendo a tutte le notizie sul tema, ma ritengo che se ci sarà un 'Doha 2', probabilmente sarà alla fine di marzo o aprile 2017. Fino ad allora, continueranno ad esserci discussioni e trattative che daranno vita a molte notizie", dice Olivier Jakob, strategist a Petromatrix. L'Opec e i paesi fuori dall'Organizzazione, come la Russia, dovrebbero tenere colloqui informali su un congelamento della produzione in occasione del meeting in Algeria il 26-28 settembre. "Anche se dai colloqui informali non arrivasse un accordo, il petrolio potrebbe non scendere per mantenersi intorno ai 45 dollari al barile, in quanto la produzione di olio di scisto non sta crescendo", aggiunge Tetsu Emori, presidente della Emori Capital Management a Tokyo. Nel breve termine, il calo del dollaro in scia ai deboli dati macro Usa potrebbe sostenere i prezzi, poiché favorisce gli acquisti, da parte degli investitori fuori dagli Stati Uniti, di asset denominati in dollari. Intorno alle 12,45 italiane il derivato sul Brent con consegna novembre guadagna 54 centesimi (+1,14%) a 47,80 dollari al barile, mentre il greggio Usa con consegna ottobre è in rialzo di 46 centesimi (+1,03%) a 45,29 dollari. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia