Greggio in ribasso per seconda seduta di fila su timori recessione
LONDRA (Reuters) - Seconda seduta consecutiva in ribasso per i prezzi del greggio sui timori di un calo della domanda di carburante a causa di una possibile recessione globale innescata dall'aumento dei tassi di interesse, con un'ulteriore pressione sui prezzi derivante dall'impennata del dollaro.
Alle 12 i futures del Brent perdono lo 0,68%, a 85,56 dollari al barile. Il contratto ha fatto segnare ribassi fino a 84,51 dollari, ai minimi dal 14 gennaio.
Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) perde lo 0,74%, a 78,31 dollari. Il Wti è sceso fino a 77,21 dollari, il minimo dal 6 gennaio.
L'indice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto a un paniere di valute principali, ha raggiunto i massimi di 20 anni. Un dollaro più forte tende a pesare sulla domanda del greggio, denominato in dollari, che diventa più costoso per i detentori di altre valute.
Nel frattempo, gli aumenti dei tassi d'interesse decisi dalle banche centrali di numerosi paesi consumatori di petrolio per combattere l'inflazione fanno temere un rallentamento dell'economia e un conseguente crollo della domanda di petrolio.
Le perturbazioni del mercato petrolifero dovute alla guerra tra Russia e Ucraina, con le sanzioni dell'Unione europea che vietano il greggio russo a partire da dicembre, hanno comunque offerto un certo sostegno ai prezzi.
L'attenzione si sta spostando su ciò che l'Opec+, deciderà durante la riunione del 5 ottobre, dopo aver concordato nel precedente meeting un modesto taglio alla produzione.
Tuttavia, l'Opec+ sta producendo ben al di sotto del suo obiettivo, il che significa che un ulteriore taglio potrebbe non avere un grande impatto sull'offerta.
I dati della scorsa settimana hanno mostrato che l'Opec+ ha mancato il suo obiettivo di 3,58 milioni di barili al giorno in agosto, una differenza maggiore rispetto a quella di luglio.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Gianluca Semeraro)