Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 3 hours 57 minutes
  • FTSE MIB

    34.273,25
    +333,50 (+0,98%)
     
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    84,16
    +0,59 (+0,71%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.746,35
    +223,40 (+0,38%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.385,05
    -11,49 (-0,82%)
     
  • Oro

    2.358,70
    +16,20 (+0,69%)
     
  • EUR/USD

    1,0733
    0,0000 (-0,00%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.980,83
    +41,82 (+0,85%)
     
  • EUR/GBP

    0,8573
    -0,0001 (-0,01%)
     
  • EUR/CHF

    0,9782
    -0,0003 (-0,03%)
     
  • EUR/CAD

    1,4649
    -0,0000 (-0,00%)
     

Greggio verso terza settimana in rialzo su difficoltà produzione

Operazioni di trivellazione di gas naturale e petrolio nel Bacino Permian nella Contea di Lea, in New Mexico

LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio si stabilizzano vicino ai massimi di due mesi di 77,50 dollari il barile, indirizzati verso la terza settimana consecutiva in rialzo, sostenuti dai problemi alla produzione globale e dal calo delle scorte.

Il rally è stato leggermente penalizzato dalla prima vendita pubblica delle riserve statali di greggio della Cina.

Intorno alle ore 10,30 italiane, i futures sul Brent avanzano di 19 centesimi, o dello 0,25%, a 77,44 dollari il barile, ai livelli più alti dal 6 luglio e vicino ai massimi da ottobre 2018.

I futures sul greggio Usa salgono di 3 centesimi, o dello 0,07%, a 73,34 dollari il barile, dopo aver guadagnato l'1,5% nella sessione precedente, ai massimi dall'inizio di agosto.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Nelle ultime settimane i prezzi del greggio sono stati sostenuti dalle interruzioni di produzione sulla Costa del Golfo statunitense a causa dell'uragano Ida e altre tempeste, che in alcuni casi potrebbero durare mesi e che hanno innescato un maggior uso delle scorte statunitensi e globali.

Le raffinerie petrolifere statunitensi in cerca di alternative al greggio del Golfo hanno acquistato petrolio dall'Iraq e dal Canada, secondo analisti e investitori.

Alcuni membri dell'Opec+ hanno anche avuto difficoltà ad aumentare la produzione a causa di bassi investimenti o rinvii di lavori di manutenzione durante la pandemia iniziata nel 2020.

I prezzi del Brent potrebbero raggiungere gli 80 dollari il barile entro fine settembre a causa del calo delle scorte, la minore produzione Opec e una maggiore domanda in Medio Oriente, secondo una nota di Ubs.

PetroChina e Hengli Petrochemical hanno acquistato quattro cargo per un totale di circa 4,43 milioni di barili, secondo fonti a diretta conoscenza della situazione.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)