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I grandi incompresi di Sanremo

In quasi 70 anni di storia, non si può dire che il Festival di Sanremo non abbia preso i suoi abbagli: delle oltre mille canzoni che sono passate al vaglio della giuria, non sono mancate quelle che potremmo classificare “geniali-incomprese”, ovvero sdegnate sul palco dell'Ariston ma poi entrate nella storia della musica italiana per acclamazione popolare.

I due casi più lampanti? Zucchero e Vasco. Al primo i giurati riservarono un posto in ultima fila (il 21esimo su 22 big) nell'edizione del 1984, che vede vincere Albano e Romina con “Ci sarà”. Zucchero propose la sua “Donne (in cerca di guai)”, oggi un vero e proprio evergreen.

E che dire del penultimo posto riservato a Vasco nel 1983 per “Vita spericolata”? Questo abbaglio è forse da imputarsi alla campagna antivasco degli anni precedenti, dove Nantas Salvalaggio lo definiva “ebete, bruttino, malfermo, alcolizzato e fatto”.

Tra i grandi snobbati anche Enrico Ruggeri, all'ultimo posto con la formazione dei Decibel nel 1980 con la grandissima “Contessa”; e Adriano Celentano, classificato agli ultimi posti nel 1966 con “Ragazzo della via Gluck”, che non parlava d'amore ma di ambiente e urbanistica.

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In tempi più recenti, c'è il caso esemplare di Daniele Silvestri con “Salirò”: nel 2002 si classificò solo al 14esimo posto ma poi fu una dei brani più trasmessi dalla radio. Per non parlare dei Negramaro, con la loro “Mentre tutto scorre“ eliminata nel 2005 alla terza serata, o di Max Gazzé, che nel 2008 presentò ‘Il solito sesso’ classificandosi solo 12esimo dietro Mietta, Eugenio Bennato e Little Tony.

La giuria prese uno storico granchio anche nel 1997: quell'anno vide il trionfo di ”Fiumi di parole“ dei Jalisse (che ritroviamo ormai solo in programmi come ”Matricole e Meteore“), mentre la splendida ”E dimmi che non vuoi morire“ di Patty Pravo si classificò solo ottava e Carmen Consoli, in gara tra i giovani, venne eliminata praticamente subito con ”Confusa e felice“ (sappiamo poi com'è andata a finire).

Citiamo in conclusione un altro capolavoro, ”Almeno tu nell'universo“, cantata da Mia Martini del 1989. Arrivò al nono posto, per poi diventare una pietra miliare della musica leggera.

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Sanremo 1966 - Adriano Celentano

Il Molleggiato presentò la celebre ‘Ragazzo della via Gluck’ e precipitò agli ultimi posti

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Sanremo 1980 – Enrico Ruggeri

Arrivato al Festival come frontman dei Decibel, non convinse con la sua ‘Contessa’

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Sanremo 1983 - Vasco Rossi

Oggi viene considerata una dei pezzi cult della musica italiana, ma nel 1983 per il povero Vasco e la sua ‘Vita spericolata’ ci fu un misero penultimo posto

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Sanremo 1984 - Zucchero

Per i giurati di 31 anni fa, il ritornello cult ‘Donne du-du-du’ non era convincente: per Zucchero 21esimo posto su 22, scettro alla mitologica coppia formata da Albano e Romina

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Sanremo 1989 - Mia Martini

Oggi considerata una delle più struggenti canzoni d’amore della storia della musica italiana, ripresa anche da Elisa con una cover, ai tempi ‘Almeno tu nell’universo’ valse alla Martini solo il nono posto

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Sanremo 1997 - Patty Pravo

Preferire ‘Fiumi di parole’ a ‘E dimmi che non vuoi morire’ è difficile, ma la giuria del 47esimo Festival di Sanremo ci è riuscita

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Sanremo 1997 - Carmen Consoli

Come è riuscita a farsi sfuggire anche ‘Confusa e Felice’, brano d’esordio di quella che oggi è considerata “la cantantessa” italiana per eccellenza

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Sanremo 2002 - Daniele Silvestri

‘Salirò’ divenne un vero e proprio tormentone, ma a Sanremo le tributarono soltanto il nono posto

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Sanremo 2008 - Max Gazzé

Soltanto il 12esimo posto per ‘Il solito sesso’ di Max Gazzé, che ancora oggi moltissimi si ritrovano a canticchiare nei posti più impensati