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Il capopopolo di Trieste Puzzer si dimette. Da eroe a traditore in una notte

Stefano Puzzer (leader Clpt) durante una conferenza stampa davanti al varco 4 del porto di Trieste,16 ottobre 2021. 
ANSA/Fumis Alice Rita (Photo: Fumis Alice Rita/ANSA)
Stefano Puzzer (leader Clpt) durante una conferenza stampa davanti al varco 4 del porto di Trieste,16 ottobre 2021. ANSA/Fumis Alice Rita (Photo: Fumis Alice Rita/ANSA)

Dal “battaglia vinta, domani torniamo a lavorare” al “presidio continua” contro l’obbligo di Green Pass nei posti di lavoro. Una giravolta, quella dei lavoratori portuali di Trieste che porta il leader del Coordinamento, Stefano Puzzer, a lasciare l’incarico. E ora i portuali sono senza un portavoce, spaccati e indeboliti. Tutto è iniziato ieri sera con un punto stampa davanti al porto, durante il quale Puzzer ha annunciato che i lavoratori sarebbero tornati tutti nelle proprie aziende già da oggi perché avevano ottenuto un incontro, fissato per il 30 ottobre, con rappresentanti del governo in Senato. Passano neanche pochi minuti e un gruppo di no Pass si rivolta contro il leader che viene accerchiato, nel vero senso della parola. Il leader della contestazione, in mezzo. Gli altri, quelli che non hanno gradito la scelta di sciogliere il presidio, intorno. Tutto accade davanti al Varco 4 di Trieste, cuore dello sciopero No Green pass perché è questo Varco che blocca la viabilità delle merci. Inizia una sorta di ‘processo’ a Puzzer. “Non possiamo andare avanti, la gente dopo un po’ si stancherà”, prova a difendersi il leader consapevole che il presidente del porto D’Agostino oggi avrebbe chiamato il Prefetto per mettere fine alla protesta. Ma niente da fare, la contestazione contro di lui va avanti e alla fine è costretto a rettificare: “Il presidio continua fino al 20 ottobre e non si molla. Se il 30 ottobre non otteniamo l’abolizione del Green Pass blocchiamo l’Italia”.

Ormai qualcosa all’interno del gruppo si è rotto. Puzzer viene sconfessato, con ogni probabilità aveva preso impegno sia con i rappresentanti del governo che avrebbero dovuto incontrare il 30 ottobre sia con il presidente del Porto per mettere fine, almeno per adesso, alle proteste. Quanto avvenuto viene definita da Puzzer una ‘svista’ comunicativa di cui si assume la responsabilità. Ma nonostante questo, tramite un post su Facebook, lascia l’incarico: “Allora cosa molto importante in data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità. Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. La decisione è soltanto mia non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle, ma io l’ho preteso”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.