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Ilva, Ue invia parere motivato a Italia per emissioni inquinanti

Lo stabilimento Ilva di Taranto nell'agosto 2012. REUTERS/Yara Nardi (Reuters)

BRUXELLES/ROMA/TARANTO (Reuters) - La Commissione europea ha inviato un parere motivato al governo italiano sulla questione dell'acciaieria Ilva di Taranto, contestando violazioni delle norme sulle emissioni inquinanti proprio mentre nella città pugliese è ripreso il processo per disastro ambientale agli ex vertici dell'azienda, a cui le potenziali parti civili intendono chiedere danni per almeno 28 miliardi di euro. In un comunicato, Bruxelles ricorda di aver inviato alle autorità già due lettere di messa in mora, nel settembre 2013 e nell'aprile 2014, "con le quali ha invitato le autorità italiane ad adottare misure per assicurare che l'esercizio dell'impianto Ilva venga messo in conformità con la direttiva sulle emissioni industriali e con altre norme Ue in vigore in materia ambientale". Ma anche se alcune carenze nel più grande stabilimento siderurgico europeo sono state risolte, dice la Commissione, si registrano ancora diverse violazioni, in particolare per la gestione dei sottoprodotti dei rifiuti e l'insufficiente monitoraggio del suolo e delle acque sotterranee. "La maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell'acciaio", spiega la Commissione, secondo cui Ilva non rispetta le prescrizioni previste in numerosi settori, continuando a sprigionare "dense nubi di particolato e di polveri industriali, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute della popolazione locale e per l'ambiente circostante". "Le prove di laboratorio evidenziano un forte inquinamento dell'aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell'Ilva sia nelle zone adiacenti della città di Taranto", dice ancora la nota. IL PROCESSO E LE TRATTATIVE SULL'AZIENDA Oggi intanto a Taranto è ripresa l'udienza preliminare per disastro ambientale all'Ilva. Il giudice deve decidere se rinviare a giudizio ex dirigenti e membri della famiglia Riva - proprietaria del 90% dell'azienda - dopo che nell'estate 2012 la procura tarantina sequestrò parte degli impianti e dispose l'arresto di diversi indagati. Nell'usdienza di oggi il tribunale ha ricevuto complessivamente 604 richieste di costituzione di parte civile, tra enti locali, associazioni e singoli cittadini, per una richiesta di danni complessiva di almeno 28 miliardi di euro. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 21 novembre. Da circa un anno l'Ilva è gestita da un commissario governativo proprio per attuare le prescrizioni previste dall'Autorizzazione integrata ambientale. Secondo il commissario Piero Gnudi, Ilva avrebbe già adempiuto al 75% delle misure richieste. Il governo sta cercando di trovare acquirenti per l'azienda, che deve fare i conti anche con la flessione nella domanda di acciaio. Al momento, secondo Gnudi, la trattativa più avanzata è quella in corso con il gigante mondiale della siderurgia ArcelorMittal, con cui è alleata l'italiana Marcegaglia, oggi principale cliente di Ilva. Sembra invece aver perso interesse per l'azienda l'indiana JSW Steel, ha riferito a Reuters dall'India una fonte a conoscenza del dossier. Mentre una fonte italiana a conoscenza della situazione ha detto che è arrivata una manifestazione d'interesse da parte del gruppo siderurgico italiano Arvedi, che però non intende commentare la notizia. Due giorni fa Gnudi ha detto di aspettarsi che la vendita di Ilva possa avvenire entro il primo trimestre del 2015. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia