Ilva, Puglia non ritira ricorso, Calenda ferma tavolo
ROMA (Reuters) - La Regione Puglia e il Comune di Taranto hanno annunciato oggi che non ritireranno il ricorso al Tar di Lecce contro il nuovo piano ambientale del governo per Ilva, in un nuovo capitolo della complicata vendita del più grande gruppo siderurgico italiano.
La decisione del governatore Michele Emiliano e del sindaco Rinaldo Melucci ha spinto dunque il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda a sospendere il tavolo "istituzionale" su Ilva che aveva preso avvio proprio oggi con gli enti locali, i commissari dell'azienda in amministrazione straordinaria, i sindacati e ArcelorMittal, il gigante della siderurgia che ha vinto la gara per acquistare Ilva alla guida del consorzio Am, InvestCo.
Calenda aveva convocato il tavolo proprio per superare l'ostacolo del ricorso presentato da Regione e Comune. Ma al termine della riunione, appreso che Emiliano e Melucci avrebbero ritirato soltanto la richiesta di sospensiva del Dpcm, e non il ricorso di merito, il ministro ha annunciato che "il tavolo è concluso".
Un esito che ha sorpreso i partecipanti alla riunione, ha detto a Reuters uno dei presenti, perché ci si aspettava che il tavolo fosse aggiornato all'inizio del nuovo anno. La seduta del Tar di Lecce per discutere della richiesta di sospensiva del nuovo piano ambientale contestato dagli enti locali è stata già fissata per il 9 gennaio.
Calenda ha spiegato che il rischio, con il ricorso pendente, è che ArcelorMittal chieda la garanzia dello Stato sul previsto investimento per 2,2 miliardi di euro, di cui 1,2 per interventi ambientali. Perché se il Tar dovesse annullare il piano ambientale verrebbe meno anche tutta la procedura di assegnazione di Ilva.
Nel frattempo, sempre a causa del ricorso al Tar, potrebbe slittare anche il previsto contratto di affitto degli impianti, già sottoscritto da ArcelorMittal e Ilva, in attesa della finalizzazione dell'acquisto.
Sull'operazione pende comunque il giudizio dell'antitrust Ue, che ha tempo fino a fine maggio per chiudere la seconda fase dell'indagine avviata sull'acquisto di Ilva, dopo aver sollevato alcune perplessità sulla possibile concentrazione di alcune produzioni in acciaio.
Secondo Emiliano, il decreto sarebbe illegittimo perché concederebbe di fatto una proroga al termine di realizzazione degli interventi di risanamento relativi alle prescrizioni dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale) già da tempo scadute, e il governo avrebbe ignorato a suo tempo le osservazioni presentate dalla Regione.
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