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Ilva, vertice a Chigi, Intesa riapre linee credito fino 160 milioni

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - Il premier Matteo Renzi ha riunito oggi un vertice a Palazzo Chigi per esaminare gli emendamenti al decreto su Ilva varato prima di Natale, secondo quanto riferito da tre fonti a conoscenza del dossier. Allo studio del Tesoro, secondo una delle fonti, una norma ponte per far arrivare circa 400 milioni alle casse dell'azienda, in amministrazione controllata dal 21 gennaio, che ha forti problemi di liquidità e un debito certificato di quasi 3 miliardi di euro. La fonte precisa che per superare le eventuali contestazioni Ue su aiuti di Stato, i fondi potrebbero essere dati a sostegno di innovazione e ambiente, ma i dettagli sono ancora allo studio. Due delle fonti hanno riferito che Intesa Sanpaolo avrebbe dato la propria disponibilità a riaprire linee di credito fino a 160 milioni. La norma ponte servirebbe a dare un po' di ossigeno alla più grande società siderurgica italiana in attesa che venga costituita la newco che ne prenda in affitto gli impianti. La costituzione della newco potrebbe infatti richiedere mesi perché è subordinata alla messa a punto del fondo turnaround "che porti i capitali necessari al rilancio", mentre Ilva ha bisogno di interventi rapidi, ha precisato la fonte. Una terza fonte ha riferito che si lavora anche a emendamento al decreto per aiutare le aziende dell'indotto Ilva, che vantano crediti per decine di milioni di euro. A Taranto, gli autotrasportatori delle società dell'indotto Ilva sono tornati a bloccare gli accessi allo stabilimento e le principali vie di collegamento della città. Alla riunione di Palazzo Chigi hanno partecipato, oltre a Renzi e al consigliere per le politiche industriali Andrea Guerra, i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan e dello Sviluppo Economico Federica Guidi; i sottosegretari al Welfare Teresa Bellanova e alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio; i tre commissari di Ilva Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi e il presidente e amministratore delegato di Cdp Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini. La presenza di Cdp è legata sia alla questione dei 150 milioni di euro che la controllata Fintecna deve trasferire a Ilva, frutto della chiusura di un contenzioso che si trascina dal 1995 tra lo Stato, vecchio proprietario e l'azienda, che alla creazione del fondo turnaround, prevista in un decreto del 20 gennaio scorso. Si tratta di una società di servizio per intervenire direttamente nelle aziende in crisi ma con buone prospettive industriali che, secondo quanto detto nei giorni scorsi dallo stesso Bassanini metterebbe insieme "investitori privati e soggetti pubblici, che potrebbero intervenire a certe condizioni con la garanzia dello Stato". La creazione del fondo, secondo la fonte, è la condizione di partenza per poi varare la newco dovrebbe prendere in affitto gli impianti di Ilva per due o tre anni.