In Cina si cercano i parenti arrestati su TikTok
Gli uiguri cercano i parenti arrestati sui social. La minoranza islamica radicata in Cina, infatti, ha iniziato a usare il popolare social network TikTok per cercare i cari, spariti nei campi di rieducazione dello Xinjiang, come riporta il Guardian.
Gli arresti
Da anni questa etnica di origine turca, che vive nell’area nordoccidentale della Cina, è diventata vittima di continui rastrellamenti, volti a indebolirne la spinta separatista. Nonostante le continue smentite, a ottobre del 2018, un’inchiesta del New York Times ha individuato l’esistenza di campi di prigionia, dove la minoranza viene rieducata per essere più incline ad accettare la dominazione di Pechino.
I social
I familiari delle vittime hanno iniziato a pubblicare brevi video in cui sono ritratti i loro cari, nella speranza di ritrovarli. TikTok permette il caricamento di clip dai 15 ai sessanta secondi, che i familiari degli uiguri detenuti stanno utilizzando, con richieste di aiuto e musiche “angoscianti”, come riportato dal Guardian.
Le proteste
In un incontro verso la fine di luglio, il governatore regionale dello Xinjiang, Shohrat Zakir, ha piegato che nei centri di detenzione il 90 per cento delle persone rilasciate aveva immediatamente trovato un impiego. Gli uiguri hanno risposto sui social network, utilizzando l’hashtag #Proventhe90 (dimostra il 90 per cento).
La repressione di Pechino
Anche nella regione più controllata della Cina, dove grazie alle sue tecnologie Pechino è in grado di conoscere gli spostamenti di chiunque, oggi il regime deve fare i conti con i social network, largamente usati dagli uiguri. Un modo per resistere e non piegarsi alla repressione di Pechino.