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In rialzo le valute legate alle materie prime

In Asia, il won sudcoreano ha guadagnato lo 0,75% contro l’USD sulla scia del rapporto occupazionale migliore delle attese. A marzo, il tasso di disoccupazione (destagionalizzato) si è attestato al 3,8%, rispetto al 3,9% delle previsioni medie e in calo rispetto al 4,1% del mese precedente. Nonostante i dati incoraggianti, la disoccupazione è tendenzialmente in rialzo, perché il paese soffre molto a causa del rallentamento dell’economia cinese. Dopo aver aperto a quota 1.152,39, l’USD/KRW è scivolato a 1.147,80. La coppia annaspa sopra 1.140 dall’inizio di marzo e non ci aspettiamo un ulteriore rafforzamento dello won perché il mercato ha già scontato gli ultimi commenti accomodanti della Federal Reserve.

In Cina, l’ultima serie di dati economici è stata piuttosto positiva; la produzione industriale ha fatto segnare il rialzo maggiore da quasi un anno. A marzo, la produzione industriale è cresciuta del 6,8% rispetto a un anno fa, il mercato aveva previsto una cifra più vicina al 5,9%. Anche le vendite al dettaglio hanno superato le attese del mercato, attestandosi al 10,5% a/a a marzo rispetto al 10,4% delle previsioni medie. Infine, il PIL cinese del primo trimestre si è attestato al 6,7% a/a – minimo dalla crisi finanziaria – rispettando le attese ma in calo rispetto al 6,8% dell’ultimo trimestre dell’anno scorso.

I mercati azionari asiatici si accingono, tuttavia, a chiudere la settimana con il segno meno, ciò significa che gli operatori si aspettavano segnali più forti dall’economia cinese. I titoli azionari cinesi e giapponesi sono calati, mentre in Australia, Nuova Zelanda e Singapore gli indici hanno chiuso in leggero rialzo.

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) valute legate alle materie prime hanno esteso i guadagni in Asia, perché i dati cinesi, che lasciano presagire una stabilizzazione della seconda economia mondiale, hanno rassicurato gli operatori. Nella notte, il dollaro neozelandese ha guadagnato quasi lo 0,70%, andando a testare, per la terza volta dall’inizio del mese, l’area di resistenza posta a 0,69-0,70. La coppia non ha ancora la forza necessaria per sfondare quest’area di resistenza chiave, gli operatori sperano ancora in segnali di miglioramento dall’economia americana prima di iniziare a scontare di nuovo un potenziale rialzo del tasso dalla banca centrale statunitense. Anche il dollaro australiano è rimasto sostenuto, l’AUD/USD è poi inciampato di nuovo nella resistenza a 0,7720. Il fatto che l’indicatore giornaliero RSI continui a scendere, mentre l’AUD/USD continua a salire, evidenzia una divergenza ribassista e indica che è imminente una correzione dell’AUD/USD.

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Il dollaro canadese ha guadagnato lo 0,30% a Tokyo grazie alla stabilizzazione dei prezzi del greggio. Il West Texas Intermediate ha resistito intorno a 41,60 USD al barile, mentre il suo omologo del Mar del Nord, il Brent, si è mosso leggermente sotto la soglia dei 44 USD. Nella notte l’USD/CAD è sceso a 1,28. Al ribasso, si osserva un supporto a 1,2745, mentre al rialzo una resistenza giace a 1,2897.

Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione in Turchia; la bilancia commerciale in Italia; le vendite del settore manifatturiero in Canada; l’indice Empire (Stoccolma: EMP-B.ST - notizie) sul manifatturiero, la produzione industriale, il tasso di utilizzo degli impianti e l’indice sul sentiment del Michigan negli USA.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online