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In vista del dato sulle vendite al dettaglio scivola il dollaro

I dati USA continueranno a giocare un ruolo di supporto in vista del 20 gennaio

di Arnaud Masset

È stata una settimana impegnativa per i mercati finanziari, soprattutto per quello dei cambi, con l’USD che, dopo il forte rally registrato sulla scia delle elezioni USA, ha ceduto rapidamente terreno a causa della delusione per la prima conferenza stampa di Trump. L’indice del dollaro aveva guadagnato quasi l’1% prima della conferenza, ma poi ha rapidamente stornato i guadagni, cedendo da allora fino al 2% e scendendo fino a 100,72, prima di stabilizzarsi intorno a 101,30. Il mercato non si aspetta granché dall’investitura di Trump della prossima settimana, perché probabilmente i toni saranno simili. Fatte queste premesse, ci aspettiamo che il mercato presti sempre più attenzione ai fondamentali USA e alla Federal Reserve. Ovviamente, ciò non avverrà da un giorno all’altro, perché gli investitori hanno ancora grandi aspettative sulla presidenza Trump, anche se hanno iniziato a capire che sono stati un po’ troppo ottimisti.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) pomeriggio saranno diffusi i dati sulla distribuzione al dettaglio di dicembre negli USA. Dopo la netta delusione di novembre (0,1% m/m rispetto allo 0,3% delle previsioni medie), a dicembre l’indice primario dovrebbe salire dello 0,7% m/m, grazie alla spinta decisiva delle vendite dei veicoli a motore e dell’aumento dei prezzi del petrolio. L’indice al netto di automobili e stazioni di rifornimento dovrebbe salire dello 0,4% m/m a dicembre, a fronte dello 0,2% di novembre. Il mercato sarà sempre più sensibile a un’eventuale inversione del trend positivo delle vendite al dettaglio, perché frenerebbe le prospettive di crescita (ricordiamo che la spesa dei consumatori rappresenta quasi due terzi del PIL totale negli USA). Manteniamo un giudizio ribassista sull’USD e prevediamo che continui il rally delle valute legate alle materie prime di alta qualità e dei mercati emergenti. Nel breve termine, però, la presidenza Trump rimarrà il catalizzatore principale sui mercati dei cambi, ciò significa che bisogna sicuramente monitorare il rischio legato agli eventi, e soprattutto l’account Twitter (Francoforte: A1W6XZ - notizie) del presidente designato.

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I verbali della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) ne rivelano le apprensioni politiche per il 2017

di Yann Quelenn

Dopo la pubblicazione dei tanto attesi verbali della Fed, ieri la BCE ha pubblicato quelli relativi alla sua riunione di politica monetaria di dicembre. Dai verbali emerge chiaramente che l’incertezza economica e politica ora sono catalizzatori importanti per la banca centrale. I risultati dei referendum sulla Brexit e in Italia mettono chiaramente a dura prova l’unità dell’UE. Tuttavia queste incertezze, fintantoché rimangono sotto controllo, stanno aiutando la BCE, facendo deprezzare la moneta unica. Un euro forte non favorirebbe, infatti, la crescita economica dell’Eurozona, al momento bloccata sotto il 2%.

Ricordiamo che la banca centrale ha prorogato di nove mesi il suo programma di acquisto di asset, iniettando altri 450 miliardi di euro nell’economia. A nostro avviso, la riduzione della portata del programma di acquisto di asset è dovuta principalmente alla scarsezza di bond. Dissentiamo sul fatto che questa decisione sull’ammontare totale dei bond debba essere letta come una mossa accomodante. I verbali fanno emergere anche qualche preoccupazione sull’inflazione, che non si sta riprendendo, anche se i prezzi dell’energia più elevati dovrebbero esercitare ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi al consumo. Nel complesso, quindi, non sono arrivate sorprese importanti dalla BCE. Quest’anno la reflazione dell’Eurozona sarà il parametro con cui valutare la politica monetaria della BCE.

Poche informazioni dal calo delle esportazioni cinesi

di Peter Rosenstreich

A dicembre, i dati commerciali cinesi sono scesi lievemente, principalmente a causa dell’elevato effetto di base. Nella bilancia commerciale, le esportazioni in termini di USD si sono contratte del -6,1% rispetto al -3,3% previsto e allo 0,1% di novembre. Sempre in USD, le esportazioni sono aumentate del 3,1%, superando il 3,0% delle previsioni, mostrano però un rallentamento significativo rispetto al 6,7% di novembre. Le importazioni di materie prime mostrano un quadro contrastato: a dicembre, infatti, i volumi sono calati ma il valore è aumentato. Questi dati non ci dicono granché, anche se continuiamo a vedere un miglioramento dei dati commerciali cinesi, grazie al rafforzamento marginale dello scenario economico globale.

Certo, l’incertezza politica che deriva dalla volatilità della politica commerciale del presidente designato Trump continua a perseguitare gli investitori. La triade dei nominati da Trump – Navarro, Ross e Lighthzer – molto critici sulle relazioni commerciali con la Cina, indica che è imminente una politica commerciale che contrapporrà gli USA alla Cina. Come avevamo indicato nella nostra ricerca “Outlook 2017”, questa collisione sarà uno dei temi più chiari dell’anno. Il risultato finale sarà un blocco commerciale regionale resiliente guidato dalla Cina. Altrove, circolano voci secondo cui la PBoC avrebbe istruito le banche a fornire rapporti mensili sul bilancio di flussi e deflussi . Prova che i deflussi vengono neutralizzati dai flussi in entrata. Se la notizia sarà confermata, si tratterebbe di un’ulteriore conferma del fatto che la Cina sta restringendo i movimenti sul CNY attraverso i controlli sui capitali per frenare il deprezzamento del renminbi. I problemi di liquidità che ne deriverebbero dovrebbero esercitare pressioni sui mercati CNH, dando allo yuan un po’ di tregua dalle pressioni a vendere nel breve termine.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online