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Intesa batte attese trim3 grazie a commissioni, impatto venete per 81 mln

MILANO (Reuters) - Intesa Sanpaolo batte le attese nel terzo trimestre grazie all'ottima performance delle commissioni, le migliori di sempre anche se calcolate sui nove mesi, che più che controbilanciano l'impatto, limitato a 81 milioni, dell'acquisizione di alcuni rami di Popolare Vicenza e Veneto Banca.

La banca si prepara al nuovo piano d'impresa, che sarà presentato a Londra in febbraio, con una previsione di utile netto sul 2017 migliore del 2016, la conferma dell'impegno a pagare sull'anno un dividendo di 3,4 miliardi e la prospettiva di continuare a essere "un distributore significativo di dividendi" anche per il futuro forte di un eccesso di capitale di 12 miliardi, come dichiarato in conference call dal Ceo Carlo Messina.

Il risultato netto del terzo trimestre si è attestato a 650 milioni di euro, contro i 628 milioni di un anno prima. Il consensus raccolto da Reuters con sette analisti indicava un utile netto di 636 milioni. L'utile salirebbe a 731 milioni se si escludesse l'impatto dei rami acquisiti di Popolare Vicenza e Veneto.

Nei primi nove mesi l'utile netto si attesta a 5,9 miliardi con il contributo pubblico cash da 3,5 miliardi legato all'acquisizione delle due venete. Senza il contributo e senza l'impatto dei rami acquisiti, l'utile netto si attesta a 2,47 miliardi.

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La banca prevede un utile netto consolidato per il 2017 superiore a quello del 2016 anche senza considerare il contributo pubblico. Per il quarto trimestre, inoltre, è prevista la contabilizzazione della plusvalenza da 800 milioni dalla cessione di Allfunds.

A fine settembre il Cet1 pro forma a regime si attesta al 13,4% (dal 13% di fine giugno), mentre 'transitional' è al 13% (dal 12,5%).

In calo lo stock di crediti deteriorati (-9,1% al netto delle rettifiche rispetto a fine dicembre), delle sofferenze (-8,4%) e delle inadempienze probabili (-9,5%). Le coperture sono al 49,5% per i crediti deteriorati e al 60,8% per le sofferenze. Nel trimestre sono state effettuate rettifiche su crediti per 646 milioni, in calo dai 737 milioni del secondo trimestre.

L'obiettivo di riduzione degli npl, oggi fissato al 10,5% degli impieghi entro fine 2019, sarà migliorato con il nuovo piano, ha spiegato Messina che invece non vede impatti su capitale e dividendi dalla proposta della Bce di una copertura integrale per i crediti deteriorati emersi dall'1 gennaio 2018 entro due anni per i non garantiti ed entro sette per i garantiti.

Le commissioni salvano una 'top line' nel complesso debole, con proventi operativi netti del terzo trimestre a 4,08 miliardi in calo del 6,2% rispetto al secondo trimestre. Gli interessi netti sono invece calati del 3,6% a 1,75 miliardi. Le commissioni nette nel trimestre sono stabili a 1,9 miliardi ma rispetto a un anno prima sono in crescita del 7,6%, frutto soprattutto dell'attività di wealth management che contribuisce al risultato corrente lordo per circa il 52%.

Con costi operativi a 2,122 miliardi (-1,7%) il risultato della gestione operativa ammonta a 1,96 miliardi (-10,7%).

Il titolo non ha subito scossoni con la diffusione della trimestrale ma ha sempre sovraperformato il settore in Italia e a meno di un'ora alla chiusura delle negoziazioni sale dell'1,13% a 2,874 euro.

Carlo Tommaselli di Credit Suisse sottolinea, oltre alle buone commissioni e a interessi netti deboli, anche una buona asset quality e una buona posizione di capitale.

(Gianluca Semeraro)