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Italia, anche Fmi vede recessione in 2014, a breve nuove revisioni al ribasso

Un laboratorio di sartoria vuoto. REUTERS/Antonio Bronic (Reuters)

di Alessia Pe MILANO (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale si aggiunge alla lista di chi vede ancora decisamente nero per la congiuntura italiana, convenendo con Ocse e Confindustria che hanno negli scorsi giorni prospettato per quest'anno la contrazione del Pil. Con lo 'staff report' al termine della missione 'Article IV' svoltasi a giugno l'organizzazione basata a Washington porta a -0,1% da +0,3% di fine luglio la stima per il prodotto interno lordo nel 2014, pur confermando la proiezione di +1,1% per l'anno prossimo. Nel corso della 'conference call' che accompagna la diffusione del nuovo documento i responsabili dell'ultima indagine avvertono però che già il mese prossimo con la pubblicazione del nuovo 'World economic outlook' potrebbero essere riviste al ribasso le stime sia sul 2014 sia sul 2015. "Il rapporto è stato scritto durante l'estate e i dati macro da allora diffusi - in particolare a livello di produzione industriale e fiducia delle imprese - hanno deluso. Stiamo procedendo a una nuova correzione delle stime da rendere note con il 'weo' di ottobre" spiega Kenneth Kang, capo della missione Fmi in Italia per il dipartimento europeo. "Sull'anno prossimo abbiamo la previsione di una ripresa ciclica a ritmo moderato, favorita dalla discesa dei tassi e dalle minori misure di austerity... è essenziale conservare l'avanzo primario per favorire il rientro del debito" aggiunge, senza però commentare direttamente l'approccio più morbido sul deficit che l'Italia - ma non da sola - sta ormai da qualche tempo chiedendo all'Europa. Tornando però alla proiezione di -0,1% per il Pil 2014 che il rapporto diffuso oggi mette mette nero su bianco, l'indicazione si confronta con il più pessimistico -0,4% previsto lunedì dall'Ocse, che vede per il 2015 un modesto +0,1%, e un identico -0,4% seguito da +0,5% nelle stime di Confindustria diffuse martedì. Fermi invece da aprile rispettivamente a +0,8% e +1,3% i target ufficiali del governo. Sia Matteo Renzi sia Pier Carlo Padoan hanno comunque lasciato intendere recentemente di attendersi una crescita vicina a zero o negativa . Non si fermano naturalmente all'economia che non riparte i rilievi del Fondo: si va dalla bassa inflazione a un tasso di disoccupazione salito a 12,3%, un mercato del credito ancora punitivo per le aziende, specie medio-piccole, a dispetto del rientro dello spread Btp/Bund, insieme al livello crescente delle sofferenze del sistema bancario. Su uno scenario tanto fosco, avvertono gli ispettori Fmi, "i rischi restano al ribasso, comprendono le tensioni geopolitiche insieme all'eventualità di stagnazione e bassa inflazione". IN RIALZO STIME DEFICIT E DEBITO/PIL Il deterioramento delle prospettive sul Pil ha ovviamente una ricaduta sui conti pubblici. Il Fondo corregge a 3,0% da 2,7% del 'Fiscal monitor' di aprile la proiezione sul disavanzo in percentuale del Pil nel 2014 e stima 2,1% da 1,8% per l'anno prossimo. Passa infine da 134,5% a 136,4% per quest'anno e da 133,1% a 135,4% per il 2015 la stima sul debito/Pil. La cura proposta è sempre la stessa: riforme, riforme e ancora riforme "strutturali". "Condizioni creditizie restrittive, bilanci societari deboli e rigidità strutturali dalle radici profonde continuano a penalizzare la domanda interna. L'elevato debito pubblico e l'appartenenza all'unione monetaria sottolineano l'urgenza di far fronte a tali punti di debolezza strutturale" si legge in testa al documento. "I rischi sono sbilanciati al ribasso: quelli esterni derivano dalle tensioni geopolitiche mentre il debito pubblico elevato, le ampie necessità di raccolta e un alto livello delle sofferenze rendono l'economia vulnerabile al contagio finanziario e/o alla bassa crescita e inflazione. In assenza di riforme significative il potenziale di crescita dovrebbe restare ridotto". BASSO POTENZIALE CRESCITA, MISURE RENZI OK MA SERVE DI PIU' Se per il periodo 2014-2019 la stima è di una crescita media di 1%, la proiezione per il periodo sul potenziale di crescita, rispetto a -0,1% di quest'anno e zero il prossimo, è di 0,5%. Non mancano però espressioni di apprezzamento per il lavoro sinora svolto dal governo di Matteo Renzi. "Le previste riforme su mercato del lavoro, sistema giudiziario, settore pubblico e legge elettorale sono misure importanti a sostegno di una futura crescita". "I direttori Fmi sostengono le riforme sui conti pubblici attualmente in atto, in particolare la 'spending review', lo sforzo nella lotta all'evasione e l'intenzione di introdurre una cornice a medio termine per la dinamica della spesa pubblica". Nel documento di una settantina di pagine il Fondo si sofferma tra l'altro proprio sul percorso di revisione della spesa, approvando i provvedimenti finora varati per avvertire però che ulteriori tagli sono impensabili in assenza di un intervento sull'elevata spesa pensionistica - la maggiore nella zona euro, pari a circa 30% sul totale delle uscite pubbliche - che penalizza le voci educazione e stato sociale al di fuori delle pensioni. Un comunicato di sintesi a cura del direttore esecutivo per l'Italia Andrea Montanino, ricordando che il rapporto Fmi non tiene conto delle ultime misure del governo, chiede a Roma di mantenere "risoluta determinazione" e di passare alle fasi di implementazione e monitoraggio dei risultati. BANCHE ACCELERINO PULIZIA BILANCI DA SOFFERENZE Quanto a un'ulteriore ripulitura dei bilanci bancari in considerazione di un livello di sofferenze ancora in aumento, i suggerimenti del Fondo si limitano a indicare il percorso di nuovi provvedimenti nella stessa direzione. "Ulteriori sforzi nella rimozione delle sofferenze darebbero sostegno al finanziamento della ripresa. Le ispezioni di Banca d'Italia e l'asset quality review europea hanno migliorato i coefficienti di accantonamento e rafforzato la fiducia ma le sofferenze continuano ad aumentare, pesando su profitti ed erogazione del credito. Incentivare accantonamenti e svalutazioni, sviluppare un mercato del credito problematico e potenziare il regime di insolvenza avrebbe la conseguenza di accelerare il calo delle sofferenze e liberare risorse per la ripresa". Gli ultimi dati diffusi dall'Abi indicano sofferenze lorde del sistema bancario italiano pari a luglio a 172,5 miliardi da 170,3 a giugno, evidenziando anche il rapporto tra sofferenze nette e il totale degli impieghi. Non molto diverso il quadro secondo Bankitalia: il tasso di crescita delle sofferenze passa a luglio a 20,5% da 20,8% di giugno parallelo però a una nuova contrazione nei finanziamenti al settore privato. Quanto poi al percorso di razionalizzazione nella gestione dei crediti problematici, è di due giorni fa, da fonti vicine al dossier, l'indiscrezione che potrebbe slittare all'anno prossimo il progetto sui crediti ristrutturati cui stanno da mesi lavorando i due campioni nazionali, Intesa Sanpaolo e UniCredit, insieme a Kkr. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia