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Italia cerca da Ue margine 13 mld in 2017 con deficit a 1,8%

Il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan discorrono in Senato. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Luca Trogni e Giuseppe Fonte ROMA/MILANO (Reuters) - L'Italia chiederà alla Commissione europea circa 13 miliardi di flessibilità sui conti del 2017. Ad una settimana dal varo del Documento di economia e finanza (Def), fonti governative e a conoscenza del dossier spiegano a Reuters che il governo intende alzare il deficit programmatico del prossimo anno all'1,8-1,9% del Pil dall'1,1% indicato a settembre. "Questo implica un margine di flessibilità pari a circa 0,75 punti di Pil", spiega una delle fonti. Il quadro programmatico di quest'anno non subirà particolari scossoni: il Pil è visto in crescita dell'1,3/1,4% dal precedente +1,6%, mentre il target di deficit dovrebbe essere confermato al 2,4% o scendere al 2,3% del Pil. Le fonti non chiariscono se i numeri implichino una piccola manovra correttiva, dal momento che la Commissione ha stimato il deficit italiano al 2,5% del Pil e ha chiesto "misure di aggiustamento entro metà aprile". Il rapporto debito/pil sarà indicato ad un livello lievemente più basso del 132,6% di fine 2015. Critico il capitolo privatizzazioni. Dopo che la quotazione di Ferrovie è slittata almeno al 2017 il governo ha allo studio la cessione di una nuova quota di Poste Italiane, ma non ha ancora preso una decisione definitiva. In un'intervista a Reuters l'amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, ha detto di aspettarsi che il Tesoro continui a ridurre la sua partecipazione nel gruppo fino a circa il 30% e di essere pronto ad affrontare la cessione di una ulteriore tranche anche già quest'anno. Sinora l'unica operazione in corso è l'Ipo di Enav, società che gestisce e controlla il traffico aereo civile. Sul mercato dovrebbe finire sino al 49% del capitale, con proventi inferiori al miliardo di euro. La vera partita è comunque sul 2017, quando, senza interventi correttivi, scatterebbero aumenti di Iva e accise per 15 miliardi, le cosiddette clausole di salvaguardia. Finora la Commissione europea ha sostenuto che la flessibilità può essere attivata solo una volta. E l'Italia ha già chiesto di aumentare l'indebitamento netto del 2016 di un punto pieno, dall'1,4 al 2,4% del Pil. Bruxelles al momento ha concesso solo un margine di 0,4 punti, rinviando a maggio il verdetto sull'ulteriore 0,6% del Pil. Il premier Matteo Renzi punta a ridurre le tasse aumentando il deficit perché ritiene sufficienti i 25 miliardi di tagli alla spesa iscritti a bilancio tra 2014 e 2016.. Il governo quindi è orientato ad andare avanti per la strada della flessibilità. La Commissione Ue, è il punto di vista di Roma, non può chiedere a uno Stato che sta lentamente uscendo dalla più lunga recessione dal dopoguerra di ripiombare nella morsa dell'austerity. Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia