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Italia, Fmi taglia stime Pil dopo Brexit, avverte rischio "ventennio perduto"

Il direttore del Fmi Christine Lagarde. REUTERS/Jacky Naegelen (Reuters)

MILANO (Reuters) - La crescita dell'economia italiana sarà "appena sotto" l'1% quest'anno e "attorno all'1%" nel 2017, secondo il Fondo monetario internazionale, che sta rivedendo al ribasso il proprio outlook sull'Italia a seguito del referendum che ha decretato la volontà dei britannici di lasciare l'Unione europea. Lo si legge in un documento che l'organismo di Washington ha allegato al rapporto annuale sull'Italia, chiuso prima del 23 giugno, dunque prima che il rischio della vittoria dell' "out" si materializzasse. "Lo staff sta rivedendo lievemente al ribasso la prospettiva di crescita, a fronte di un contesto di aumentata incertezza", si legge nel supplemento. "E' atteso un proseguimento della ripresa, ma l'aumento della volatilità sui mercati finanziari e la maggiore incertezza complessiva potrebbe pesare su investimenti e crescita nel prossimo periodo". La valutazione preliminare è che la crescita del Pil italiano potrebbe essere di poco inferiore ad un punto percentuale quest'anno e intorno all'1% nel 2017, mentre a fine maggio il Fmi stimava un incremento del Pil di 1,1% nel 2016 e di 1,25% l'anno prossimo. I rischi restano al ribasso. Il nuovo quadro macro rischia anche di impattare sui conti pubblici. Senza tener conto dell'effetto Brexit, il debito, che resta un elemento di vulnerabilità è indicato a in salita al picco di 132,9% del Pil quest'anno da 132,7% del 2015. La china discendente è rimandata al 2017, quando nelle previsioni pre-Brexit del Fmi, si attesterà al 132,1%. Già a fine maggio, quando al termine della consueta missione in Italia i funzionari del Fondo avevano anticipato l'esito della loro visita in conferenza stampa, una discesa del rapporto debito/Pil - punto su cui il governo si è ripetutamente impegnato in sede Ue - era stata definita difficile. Sempre al netto della Brexit, il rapporto deficit/Pil viene indicato al 2,4% quest'anno a 1,9% nel 2017. RISCHIO VENTENNIO PERDUTO L'Italia è emersa da un triennio di recessione l'anno scorso, quando il Pil ha segnato +0,8%. Nonostante gli sforzi per far ripartire la crescita, il Fmi ritiene che l'economia italiana non tornerà a livelli pre-crisi del 2007 prima della metà del prossimo decennio. "L'Italia quindi probabilmente sperimenterà quasi due decenni perduti, mentre la proiezione per i partner della zona euro è di una crescita cumulativa di 20-25%". Le implicazioni per Roma sono importanti, avverte l'organismo di Washington. "In primo luogo, la crescita potrebbe essere troppo debole per risolvere le fragilità finanziarie e i conti pubblici potrebbero restare una fonte di vulnerabilità per un periodo prolungato". In assenza di ulteriori misure per rafforzare la produttività, inoltre, la crescita dei salari reali in Italia sarebbe inferiore rispetto a quella dei partner o risentirne sarebbe la produttività. "Entrambe le eventualità peserebbero sull'economia e potrebbero avere "implicazioni per l'emigrazione dall'Italia", avverte il Fondo. (Elvira Pollina) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia