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Italo, la difficile scelta dei soci: cassa oggi o affidarsi al mercato?

Il logo di Italo su un treno alla stazione Termini. Foto del 29 novembre 2017. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

di Alberto Sisto

ROMA (Reuters) - Il cda di Ntv ieri non ha esaminato l'offerta presentata il 5 febbraio dal fondo americano Global Infrastructure Partners III che ha chiesto di acquistare per 1,9 miliardi l'intero capitale della società ferroviaria, lasciando poco più di 24 ore ai soci per una scelta.

I rappresentanti degli azionisti hanno preferito lasciare aperta la riunione del consiglio fino ad oggi alle 17. Il tempo in più servirà alla diversificata compagine azionaria, composta da industriali, bancari e finanziari, per districarsi in una scelta molto complessa.

Accettare l'offerta ricevuta o restituirla al mittente e proseguire nella procedura per collocare in borsa, in una fase non proprio tranquilla di mercato, il 40% della Nuovo trasporto viaggiatori, in arte Italo, rimanendo in sella alla società.

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A metà giornata sul tema è arrivata una dichiarazione congiunta dei ministri Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan. La quotazione in Borsa rappresenterebbe il perfetto coronamento di una storia di successo, recita la nota dei due ministri economici, che sembra destinata ad avere un certo effetto sull'evoluzione della partita.

Secondo una fonte a conoscenza del dossier "l'offerta di Gip è molto, molto generosa, sicuramente non verrà aumentata. E' largamente a premio (19 volte l'ebitda), tutta cash e senza rischio execution come una ipo. Se dicono di no basta". E' l'ovvia posizione del potenziale acquirente che fa un'offerta prendere o lasciare cercando di sfruttare il momento di incertezza che qualsiasi Ipo prospetta agli azionisti.

L'offerta del fondo statunitense, prendere o lasciare almeno stando a quanto riferisce la fonte, se può essere considerata generosa preclude però possibili sviluppi futuri che potrebbero avvantaggiare la società: la conclusione della ristrutturazione e la futura maggiore apertura del mercato europeo, secondo un'altra fonte.

Va detto che il fondo ha lasciato aperta la possibilità agli attuali soci di rimanere nel capitale, ma senza superare il 25% e di lasciare alla guida la coppia Luca di Montezemolo presidente con l'AD Flavio Cattaneo. Ipotesi che sembra non essere particolarmente apprezzata dai due manager-soci.

Il mercato del trasporto ferroviario è molto complesso e competitivo, come dimostrano alcune vicende di questi giorni. Stagecoach, il gruppo ferroviario che fa capo alla Virgin di Richard Branson, si trova in cattive acque e indiscrezioni di stampa hanno parlato di una possibile nazionalizzazione da parte del governo inglese. La stessa Italo, durante il suo percorso di crescita, ha richiesto sforzi finanziari e imprenditoriali non comuni per rimanere nei binari.

Ieri Carlo Messina, l'Ad di Intesa Sanpaolo primo azionista di Ntv, ha lasciato intendere che a lui non interessa tanto il modo ma di uscire con una valorizzazione massima dopo aver aiutato l'azienda nella start up e nel recente momento di difficoltà: "non vogliamo gestire treni".

Non è stato ancora possibile raccogliere altre voci di soci che sembrano non essere del tutto compatti sulla scelta da operare.

Cattaneo, che ha una quota in proprio, ma anche un orgoglio manageriale da difendere, vede con maggior favore la strada dell'Ipo, secondo quanto ha riferito un'altra fonte. Probabilmente convinto che, con la sua guida, la società potrà crescere.

Ieri due fonti vicine alla situazione hanno detto a Reuters che il prezzo offerto da Gip per Italo è superiore alla valutazione della società che potrebbe emergere dall'Ipo, secondo quanto emerso dalla fase di pre-marketing con i potenziali investitori.

I soci di Italo sono Intesa Sanpaolo (18,81%), Diego della Valle (17,14%), Generali (14,31%), Luca Cordero di Montezemolo (12,71%), Peninsula Capital (12,59%), Gianni Punzo (7,85%), Flavio Cattaneo (5,83%), Isabella Seragnoli (5,72%), Alberto Bombassei (4,77%) e altri azionisti minori con lo 0,27%.

Non si può escludere che alla fine ognuno farà di testa sua o che tutti insieme decidano di utilizzare l'Ipo per consolidare la propria posizione davanti ad un acquirente molto ben disposto finanziariamente.

Gip, il più grande fondo infreastrutturale del mondo, gestisce 40 miliardi per conto dei propri investitori.

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