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Jobs Act: cosa cambia per i lavoratori

Anche se negli ultimi mesi il punto nodale del braccio di ferro fra Governo e sindacati è stato l’articolo 18, il Jobs Act approvato ieri al Senato rappresenta una rivoluzione del mercato del lavoro a più livelli, dall’introduzione del contratto a tutele crescenti alla progressiva scomparsa dei co.co.co e dei co.co.pro. Ecco i principali punti della riforma che entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Contratto a tutele crescenti

La principale novità del Jobs Act è l’istituzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per tutti i neoassunti in base all’anzianità di servizio. Se dopo l’ok di Camera e Senato i decreti riusciranno ad arrivare entro dicembre già dall’inizio del 2015 i nuovi contratti potranno usufruire degli sgravi fiscali. Sui licenziamenti dettati da esigenze aziendali per motivi economici giudicati come ingiustificati verrà applicato solamente l’indennizzo ma non il reintegro che sarà invece possibile in caso di due tipi di licenziamenti illegittimi: quelli nulli e discriminatori e specifiche fattispecie di quelli disciplinari ovverosia legati al comportamento del lavoratore.

Articolo 18

L’oggetto del braccio di ferro fra Matteo Renzi e i sindacati è l’articolo 18 che continuerà a essere valido per i vecchi assunti a tempo indeterminato. Per questa categoria, dunque, nessuna modifica retroattiva, mentre per chi verrà assunto nei prossimi mesi scompare il reintegro per i licenziamenti di natura economica. L’obiettivo del Governo è garantire indennizzi più vantaggiosi e defiscalizzati a chi rinuncia al contenzioso con il datore di lavoro, una modifica che permetterebbe di alleggerire i pesi dei tribunali intasati dalle cause di lavoro. Quando il licenziamento avverrà per motivi disciplinari occorrerà precisare quali siano stati i comportamenti sanzionabili e, tranne in casi estremi, il provvedimento sarà inappellabile.
 
Contratti di collaborazione

Il contratto a tutele crescenti diverrà la normale modalità di assunzione facendo sparire le altre forme di contratti esistenti, come i co.co.co. e i co.co.pro.

Flessibilità

La disciplina in caso di riorganizzazioni, ristrutturazioni o conversioni aziendali viene rivista rendendo più snelle le procedure per il passaggio da una mansione all’altra e, per quanto riguarda i controlli di impianti e strumenti di lavoro, cambia anche la disciplina per i monitoraggi a distanza.

Cassa integrazione

Anche l’istituto della Cassa Integrazione cambia con l’obiettivo di assicurare un sistema di garanzia più uniforme a tutti i lavoratori: dovrebbero essere appianate le differenze di durata del sussidio che adesso vedono il limite di due anni per la cig ordinaria e di quattro per la cig straordinaria, un maggiore peso della storia contributiva del lavoratore e della partecipazione da parte delle aziende che la utilizzano.
 
Aspi

Il trattamento di disoccupazione sarà rapportato al background professionale del lavoratore e, soprattutto, alla sua storia contributiva. La durata massima del trattamento (per ora fissata a 18 mesi a regime nel 2016, ndr) verrà incrementata e l’Aspi potrebbe essere estesa anche ai collaboratori fino a quando non sarà superato questo tipo di contratto.

Semplificazioni

Il Jobs Act istituisce un’Agenzia nazionale per l’impiego e ha fra i suoi obiettivi la semplificazione la razionalizzazione delle procedure di costituzione e di gestione dei rapporti di lavoro. L’auspicio è di poter svolgere tutti gli adempimenti per via telematica riducendo tempi e oneri per cittadini, imprese e uffici della P.A.

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