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Jobs Act, subito contratti a termine e apprendistato, poi delega

Protesta dei sindacati davanti al ministero del Lavoro a Roma l'11 dicembre scorso. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - Subito una semplificazione dei contratti a termine e dell'apprendistato attraverso un decreto legge; tempi lunghi per tutto il resto della riforma del mercato del lavoro. E' il risultato del Consiglio dei ministri di ieri per quel che riguarda il Jobs Act, il piano sul lavoro annunciato da Matteo Renzi come uno dei capisaldi del suo esecutivo, che a meno di due anni dalla sua introduzione supera la contestata riforma Fornero. Il grosso degli interventi, dalla riforma degli ammortizzatori sociali al riordino delle forme contrattuali - oggi oltre 40 -, è contenuto in un disegno di legge delega varato ieri. Il ddl dovrà essere convertito in legge delega dal Parlamento e il governo dovrà dare attuazione alla norma in un tempo stabilito dalla norma stessa. La delega fiscale di Giulio Tremonti del 2011, per esempio, è stata approvata in via definitiva a febbraio 2014. Slitta dunque il superamento della cassa integrazione in deroga sostituita da una garanzia universale di disoccupazione, e non si parla di contratto unico, misure che avrebbero dovuto alleggerire il sistema produttivo nella crisi perdurante. - Decreto legge: * Il contratto a termine può essere esteso fino ad un massimo di tre anni senza indicarne la causalità, cioè la ragione del rinnovo. Salta l'obbligo di pausa tra un contratto e l'altro. La percentuale dei lavoratori con contratto a termine non deve superare il 20% dei dipendenti. * Semplificate le procedure per accendere a un contratto di apprendistato, mentre l'assunzione di nuovi apprendisti non sarà più condizionata alla conferma in servizio dei precedenti. La retribuzione, per la parte riferita alle ore di formazione, sarà pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. * Il Durc (Documento unico regolarità contributiva) viene smaterializzato snellendo le procedure burocratiche per le imprese. - Disegno di legge delega: * Introduzione di un sistema di ammortizzatori sociali universale per tutti i disoccupati in base ai contributi versati; revisione dei criteri di concessione ed utilizzo della cassa integrazione escludendo i casi di cessazione aziendale; modifica dei criteri contributivi da parte delle aziende che ricorrano alla cig; rimodulazione dell'Aspi estendendola anche ai co.co.co; eliminazione dello stato di disoccupazione come requisito per l'accesso a prestazioni di carattere assistenziale. Nell'elencare i titoli, il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, ha posto l'accento sul 'coinvolgimento attivo' dei soggetti beneficiari degli ammortizzatori. * Semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici per costituire e gestire i rapporti di lavoro. * Riordino delle forme contrattuali attraverso la redazione di un testo organico che possa anche prevedere l'introduzione sperimentale di ulteriori tipologie "con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti"; eventuale introduzione sperimentale del compenso orario minimo, sentite le parti sociali. * Conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali. In particolare è prevista l'introduzione universale dell'indennità di maternità (anche per i contributi alla gestione separata); diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Infine, dal 1° maggio il governo attiverà lo stanziamento biennale di 1,7 miliardi della Youth Guarantee che consentirà ai giovani tra 18 e 29 anni di trovare un lavoro o proseguire gli studi entro 4 mesi dal conseguimento del titolo di studio. Il governo vuole poi raddoppiare in tre anni il credito di imposta per i giovani ricercatori che oggi ammonta a 600 milioni. Entrambi gli stanziamenti sono finanziati attraverso fondi europei. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia