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Kosovo, ambasciata Italia coinvolta in giro criminale

di Fatos Bytyci PRISTINA (Reuters) - Il figlio del leader della battaglia per l'indipendenza del Kosovo, Ibrahim Rugova, è tra le 10 persone arrestate ieri dalla polizia dell'Ue nell'ambito di un'indagine su un giro criminale che coinvolge l'ambasciata italiana a Pristina. La missione delle forze dell'ordine europee nel giovane stato balcanico si muove su accuse che vanno dall'associazione a delinquere e influenze illecite a frode contro la missione diplomatica italiana. I media locali riferiscono che il gruppo è sospettato di aver venduto visti Schengen emessi dall'ambasciata. Parlando con Reuters, l'ambasciatore italiano Andreas Ferrarese non ha confermato né smentito le notizie di stampa secondo cui sarebbero stati arrestati membri dello staff locale dell'ambasciata. "Non posso entrare in dettagli perché c'è un problema di privacy e anche il problema di proteggere l'indagine", ha detto in inglese. Ferrarese ha spiegato che l'ambasciata sta lavorando per chiarire la situazione e collabora con la polizia Ue e la missione di assistenza alla giustizia Eulex, in cui ha piena fiducia. Agenti europei hanno fatto irruzione nell'abitazione di Uke Rugova, che fu la residenza del presidente Ibrahim Rugova fino alla sua morte, avvenuta nel 2006. Uke Rugova attualmente è membro del Parlamento kosovaro, nella coalizione di governo. La missione Ue ha spiegato in un comunicato che ieri mattina sono stati eseguiti "un mandato di arresto e perquisizioni nei confronti di 10 persone ritenute membri di un gruppo criminale sospettato di aver commesso vari reati". Il comunicato cita Rugova tra gli arrestati. Non ci sono riferimenti alle notizie sui visti Schengen. L'avvocato di Rugova, Bajram Tmava, ha detto a Reuters: "Gli ho fatto visita nel centro di detenzione e nega in maniera assoluta di essere coinvolto". Il padre di Uke Rugova guidò la lotta albanese kosovara per l'indipendenza dalla Serbia negli anni Novanta. I bombardamenti Nato nel 1999 misero fine all'ondata di pulizia etnica messa in atto dalle forze serbe e il Kosovo dichiarò l'indipendenza nel 2008. Il Kosovo, che conta 1,7 milioni di abitanti, è il solo Paese dei Balcani occidentali ad aver ancora bisogno di visti per entrare nell'area Schengen. Per molti kosovari un visto Schengen rappresenta la possibilità di una permanenza a lungo termine nell'Ue e quindi di un lavoro e di poter inviare denaro a casa. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia