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L’app “inutile” che vale 1,2 milioni di dollari di investimenti

Moshe Hogeg, Ceo e fondatore di Mobli, voleva un modo semplice, poco invasivo e sintetico per entrare in contatto con sua moglie o con il suo assistente via smartphone. Le e-mail? Troppo onerose. Gli sms? Neanche quelli andavano bene perché avviavano conversazioni troppo lunghe, per le quali Mose non aveva tempo. Hogeg voleva qualcosa di ancora più sintetico. Quello che immaginava Moshe era un’applicazione con un tasto che, una volta premuto, avrebbe mandato una notifica a un’altra persona, un semplice “Yo” per segnalare al destinatario la necessità di essere preso in considerazione.

Moshe affidò ad Arbel il compito di creare questa specie di cercapersone, ma il suo ingegnere gli rispose che, secondo lui, questo sistema sarebbe stato stupido e nessuno lo avrebbe utilizzato. “Sviluppa questa stupida app per me” disse Hogeg e alla fine la sua insistenza piegò le resistenze di Arbel che, un giorno, dopo “ben” otto ore di lavoro gli presentò Yo, una semplice applicazione senza icone, né log in ma con la semplice capacità di trovare un amico e mandargli il messaggio standard “Yo”.

Hogeg era soddisfatto, ma aveva qualche timore nel mostrare agli altri il frutto della sua idea e del lavoro di Arbel. Non a caso, per entrare nel variegato mondo dell’App Store, l’imprenditore di Tel Aviv aveva scelto il 1° aprile, il giorno dell’April Fools Day. Evidentemente alla Apple devono avere pensato a uno scherzo e l’applicazione è stata respinta. Hogeg non si è arreso, ha insistito e, alla fine, la sua applicazione è stata pubblicata.  

Ecco come funziona, in questo video che gioca con l'apparente inutilità dell'app



Prima che Apple pubblicasse Yo, Hogeg aveva già condiviso l’applicazione con la moglie e il suo assistente, successivamente con i propri dipendenti e questi avevano chiesto di condividerla con gli amici. La propagazione dell’app è stata virale e, nel giro di un mese, 20mila persone hanno iniziato a usarla a Tel Aviv e dintorni.

Yo è un'app pensata per comunicare in modo semplice e veloce
Yo è un'app pensata per comunicare in modo semplice e veloce



All’inizio di maggio, Robert Scoble, un influente blogger di San Francisco ha incontrato Hogeg, il quale gli ha chiesto un giudizio sulla sua creatura: “Questa è la più stupida, ma anche la più coinvolgente app che abbia visto in vita mia”. Quando Scoble è tornato in California e ha pubblicato un link all’applicazione sulla sua pagina Facebook, provocando l’interesse degli investitori della Silicon Valley. E così questa app nata come uno strumento di servizio aziendale e familiare, nello scetticismo dei suoi stessi artefici, è diventata per i suoi creatori un’inattesa fonte di business. Tanto che Mobli è stata costretta a rivedere le proprie priorità. Dalla Silicon Valley sono arrivate prima mail che chiedevano delucidazioni e informazioni sul prodotto. A quel punto Hogeg e i suoi collaboratori si sono chiesti se era il caso di investire e sull’app e trattarla con lo stesso riguardo destinato agli altri prodotti. Hogeg e Arbel hanno pensato a un investimento di qualche centinaio di dollari, ma gli investitori hanno fatto arrivare molto più denaro, all’incirca 1,2 milioni di dollari per migliorare la sua usabilità e diffusione.  Anzi gli investimenti sarebbero stati doppi (circa 2,5 milioni di euro), ma Hogeg e Arbel hanno preferito “rallentare”: “Gli investitori stanno dando a Yo una valutazione folle, ma non credo che se la meriti in questa fase. Se Yo continuerà a crescere come in questi mesi forse, ma non potrà andare avanti di questo passo” ha spiegato Hogeg, tenendo i piedi ben piantati per terra.  

Eppure la app “inutile” funziona: finora è stata scaricata da 500mila persone e le notifiche inviate hanno superato i 4 milioni. Qualcuno fra i primi tester ha smesso di usarla, altri si limitano a modiche quantità di due “Yo” al giorno, per altri, invece, l’app è diventata uno strumento di uso quotidiano.