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La beffa dei risarcimenti per le vittime di abusi sessuali in Francia

In Fracia sono stati creati due organismi ecclesiastici per le vittime di abusi sessuali commessi da parte di uomini del clero e laici: un'autorità nazionale e una commissione. Entrambi si occupano del riconoscimento dei reati e del risarcimento di chi li ha subiti. Ad aprire il vaso di pandora è stato un rapporto del 5 ottobre 2021 della Commissione indipendente sugli abusi sessuali sui minori che rilevava come tra il 1950 e il 2020, sono state oltre 330 mila le vittime di abusi sessuali in Francia.

Nancy Couturier è una di loro. Aggredita e violentata da bambina è stata il primo caso di cui si è occupata la commissione per il riconoscimento e il risarcimento. Nella lettera che hanno ricevuto lei e altri si dice che tutto è noto, dai responsabili alla struttura che c'era dietro gli abusi.

Per Nancy "è arrivato il momento di far parlare la giustizia del denaro, perchè quella civile non esiste più: è giusto che tutte queste vittime siano prese in considerazione per ciò che hanno subito e per quello per cui soffrono ancora, mentalmente e moralmente. Ma quando ha aperto la lettera (ricevuta da molti solo per posta ordinaria), ha scoperto la beffa.

"Ho visto un risarcimento pari a 37 mila euro. Poi ho detto: ma non è possibile, solo 37.000 euro?! Allora per ottenere i massimo possibile di 60 mila, devi essere costretto letto per il resto dei tuoi giorni... è disgustoso, non è normale!

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Così Nancy ha deciso di fondare un'associazione per tutte quelle persone che come lei vogliono far valere i propri diritti. Secondo Jean Sannier, avvocato dell'associazione creata da Nancy, è necessario ristabilire un importo di risarcimento in linea con i reati commessi, perché spesso il massimo di 60 mila euro copre solo le spese di terapia psico-fisica.

Ma a detta del presidente della Commissione per il riconoscimento e la riparazione, Antoine Garapon, non c'è somma di denaro che possa riparare delle vite distrutte. Per lui è "disonesto" chiedere un risarcimento che non esiste.

E poi c'è il problema del silenzio, che non aiuta. A oggi, meno dell'1% delle 200 mila vittime ancora in vita ha chiesto un risarcimento.