Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 1 hour 30 minutes
  • FTSE MIB

    34.218,02
    +278,27 (+0,82%)
     
  • Dow Jones

    38.214,94
    +129,14 (+0,34%)
     
  • Nasdaq

    15.883,89
    +272,13 (+1,74%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    84,03
    +0,46 (+0,55%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.198,55
    +1.040,98 (+1,76%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.330,38
    -66,15 (-4,74%)
     
  • Oro

    2.351,40
    +8,90 (+0,38%)
     
  • EUR/USD

    1,0710
    -0,0023 (-0,21%)
     
  • S&P 500

    5.093,54
    +45,12 (+0,89%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.999,42
    +60,41 (+1,22%)
     
  • EUR/GBP

    0,8563
    -0,0011 (-0,12%)
     
  • EUR/CHF

    0,9781
    -0,0004 (-0,04%)
     
  • EUR/CAD

    1,4627
    -0,0022 (-0,15%)
     

La nuova forma di credito che fa tremare le banche

A quanto pare c'è un nuovo metodo per ciò che riguarda i prestiti al consumo e alle piccolissimeimprese: si tratta di società basate sul web in grado di gestire algoritmi che analizzano miliardi di dati sui debitori, formulano una stima statistica del rischio, fissano un tasso d’interesse e smistano i prestiti che arrivano dagli investitori. Un sistema veloce e conveniente che sta facendo tremare le banche...

A livello mondiale esistono una trentina di società in grado di erogare prestiti simili, muovendo cifre che si aggirano intorno ad alcune decine di miliardi di dollari l’anno. Società che sono strutturalmente diverse dalle banche: non prestano difatti i propri fondi (come farebbero le banche), bensì intermediano tra investitori nel credito e famiglie (o piccoleimprese) che cercano di finanziarsi. Il guadagno? Una commissione dai prestatori (solitamente circa l’1% dell’operazione) e dai "debitori" (tra il 2% e il 5%).

Leggi anche: Slack, l'app che razionalizza le email di lavoro

Convenienza e velocità per tutti, dunque: queste aziende di intermediazione non hanno filiali, il personale è ridotto (ma specializzato) e hanno costi di gestione del 60% più bassi rispetto a quelli di una banca, riuscendo così a erogare credito a chi lo richiede a tassi inferiori e a offrire rendimenti superiori a chi invece investe. Inoltre, i software di queste società lavorano su enormi quantità di dati che non sono però solo di origine finanziaria: per valutare chi chiede un prestito e farlo incontrare con chi offre credito, vengono difatti considerati anche ubicazione geografica, età, interessi, navigazione su web, acquisti online e social network.

In considerazione della fetta di mercato sempre più ampia che stanno conquistando, queste società diventeranno per le banche quello che Uber è diventato per i taxi, o che Bookings.com è per le agenzie di viaggio, eBay per il market online o YouTube per la televisione: ecco dunque spiegato come mai le banche non vedono di buon occhio questo nuovo tipo di mercato...


E, a proposito di risparmio, dai un'occhiata alla casa efficiente di Enel... Guarda il video!