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Jobs act, Pd sospende giudizio fino a direzione con Renzi

Un operaio della Maserati alla catena di montaggio di Grugliasco, vicino a Torino
Un operaio della Maserati alla catena di montaggio di Grugliasco, vicino a Torino, lo scorso 22 maggio. REUTERS/Giorgio Perottino (Reuters)

ROMA (Reuters) - Mentre Matteo Renzi è in tour negli Stati Uniti, il suo partito tenta con difficoltà di trovare una mediazione sul Jobs act dopo che l'emendamento del governo sul contratto a tutele crescenti ha alzato la temperatura nel Pd per il rischio che tramonti definitivamente l'articolo 18. Stamani, a Palazzo Madama, i senatori democratici si sono riuniti in assemblea con il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, nel tentativo di ridurre il malcontento della minoranza alla vigilia dell'approdo del ddl delega in aula; la riunione è stata però interlocutoria in attesa della direzione del partito il 29 settembre. "Sul punto spinoso [il reintegro] aspettiamo la direzione. Da qui al voto in aula c'è di mezzo la direzione", ha detto al termine della riunione la senatrice Annamaria Parente. La delega prevede la introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i nuovi assunti; nei decreti delegati il governo dovrà precisare se tra le tutele sarà ancora prevista la possibilità di reintegro per i licenziamenti ingiusti o un indennizzo. Parente ha annunciato anche un emendamento al ddl della commissione Lavoro che chiederà risorse certe nella legge di Stabilità per gli ammortizzatori sociali. Sia Renzi sia il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, hanno detto che la finanziaria stanzierà fondi per i nuovi ammortizzatori che dovrebbero coprire anche contratti a tempo determinato e lavoratori a progetto, al momento esclusi. Il governo punta a raccogliere 1,5-2 miliardi per cominciare ad estendere la platea, secondo fonti governative. IN LEGGE STABILITA' RISORSE PER AMMORTIZZATORI Il responsabile Pd per Economia e Lavoro, Filippo Taddei, presente alla riunione, si è limitato a dire che l'articolo 18 non è menzionato nella delega ma ha spiegato che l'obiettivo principale del Jobs act è riformare gli ammortizzatori - "oltre 1 milione di lavoratori co.co.pro e a termine sono senza diritti" - e dare contratti stabili. Poletti ha detto che il reintegro per i lavoratori licenziati ingiustamente non è in discussione per i casi di discriminazione mentre per gli altri "ci sono soluzioni aperte", secondo quanto riportato su twitter dal senatore Francesco Russo nel corso della riunione. "Mai immaginato che non ci fosse reintegra per licenziamenti discriminatori. Per gli altri casi sulla reintegra ci sono soluzioni aperte. Mi rimetto a quello che deciderà la maggioranza e il Governo", avrebbe detto il ministro secondo i cinguettii di Russo. Il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, aprendo la riunione ha detto che oggi non ci sarà nessun voto, in attesa della direzione del partito il 29 settembre nella quale Renzi detterà la linea. La minoranza del partito ha presentato sette emendamenti chiedendo che la delega dettagli meglio le norme più contestate, in particolare il contratto a tutele crescenti e le altre modifiche dello statuto dei lavoratori su mansioni e controlli a distanza. La richiesta è che dopo tre anni le tutele siano allineate ai contratti esistenti, e che siano messi nero su bianco i criteri per il demansionamento e i controlli a distanza. "La delega è troppo poco definita, vogliamo evitare atti arbitrari da parte dei datori di lavoro", ha detto la senatrice Cecilia Guerra, tra i firmatari degli emendamenti. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia