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Lse al lavoro per sostegno Usa in lotta per clearing dopo Brexit

Manifestanti anti-Brexit a Londra. REUTERS/Peter Nicholls (Reuters)

LONDRA/WASHINGTON (Reuters) - La società mercato London Stock Exchange sta svolgendo attività di lobbying per garantirsi l'appoggio politico Usa nella diatriba con l'Unione europea per preservare il ruolo della capitale britannica come centro finanziario mondiale.

Lch, la divisione Lse che si occupa delle attività di clearing, è a livello globale una delle principali casse di compensazione e garanzia, con flussi di transazione per centinaia di miliardi di operazioni denominate in euro e in dollari.

Bruxelles chiede che, una volta perfezionate le pratiche della Brexit, le attività in euro ora a Londra vengano trasferite in territorio Ue.

A parere delle autorità di vigilanza Usa, tuttavia, separare la gestione delle operazioni in euro da quelle in dollari potrebbe avere ricadute per il mercato globale dei derivati.

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Con il sostegno delle autorità britanniche, riferiscono fonti della vigilanza, governative e delle lobby, la società mercato che controlla anche Borsa Italiana spera così di poter contare sull'appoggio Usa nel contenzioso con l'Unione europea.

"Gli americani si stanno dimostrando alleati assai utili" commenta un funzionario britannico che ha partecipato ai colloqui con Washington.

"Siamo anche impegnati a far sì che Londra rimanga la prima piazza finanziaria a livello globale" risponde a chi gli chiede di confermare che Lse avrebbe il sostegno dell'esecutivo guidato da Theresa May.

La clearing house britannica, aggiunge la stessa fonte, ha un ruolo fondamentale a sostegno dell'economia non soltanto del Regno Unito ma dell'intera Ue.

Un modo di fare pressione sulla Ue da parte Usa potrebbe essere quello di minacciare ricadute negative sulle banche europee attive negli Stati Uniti, una sorta di ritorsione per eventuali danni agli istituti di credito Usa.

Secondo documenti visionati da Reuters, Lse ha comunque dato vita a un primo comitato di intervento chiamato Pac('political action committee').

Il comitato -- si legge sul sito web -- sta assumendo nuovo personale a Washington, dove Lse ha già 600 impiegati e otto licenze operative.

No comment ufficiale da parte di una portavoce Lse.

"Gli Usa restano una delle nostre principali aree di crescita" si limita a dichiarare la portavoce.

La pratica dei 'Pac' è del resto una prassi abbastanza diffusa tra le società che hanno attività di grandi dimensioni negli Stati Uniti.

In maggio la Commissione Ue ha presentato una proposta di legge che le darebbe un ruolo di co-supervisore su Lch dopo l'uscita di Londra dalla Ue nel maggio del 2019. In caso la mossa non fosse sufficiente, quella successiva sarebbe il trasferimento delle attività di clearing in euro nell'Europa continentale.

Secondo l'esecutivo Ue, del resto, il passo non avrebbe alcun effetto sulle clearing house negli Usa.

I funzionari della City londinese guardano naturalmente con grande scetticismo alla prospettiva di un trasloco delle attività di clearing, il cui esempio potrebbe essere seguito da altre attività.

Sempre secondo le fonti, Lse e lobbisti avrebbero comunque indicato anche una sorta di compromesso con la Ue, fino ad ammettere che Londra potrebbe non essere la sede "ottimale" per il regolamento in euro.

L'idea sarebbe che dopo la Brexit si traferisse a Parigi l'attività sui repo in titoli sovrani in euro, strumento particolarmente importante per la Bce.

"Non ha alcun senso rimanere a Londra" osserva un operatore dell'area repo.

La Francia del resto ci terrebbe molto che Parigi, dove ha sede Clearnet (controllata da Lch), avesse un ruolo di maggiore importanza dopo la Brexit, e sarebbe anche un modo per mantenere l'intera attività dei derivati multi-currency nella capitale britannica, senza separarla in due parti.

No comment all'ipotesi da parte di una portavoce Lch.

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