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A Lugano per ricostruire l'Ucraina: "Investimenti subordinati alle riforme"

In Ucraina si combatte ancora ma alla conferenza di Lugano si discute già di ricostruzione.
Nella città svizzera circa 1000 tra leader politici, uomini d'affari e rappresentanti istituzionali stanno elaborando una road map per il dopoguerra.

Dopo quattro mesi e mezzo di conflitto il primo ministro ucraino Denys Smihal stima che siano necessari 750 miliardi di dollari, denaro che può essere ottenuto dai fondi russi congelati in Occidente.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto al pubblico in videoconferenza: "La ricostruzione dell'Ucraina non è un progetto locale, non si tratta dell'iniziativa di una singola nazione, ma del compitoe dell'impegno assunti dal mondo democratico. In prima fila ci sono tutti i Paesi che possono dire a se stessi: siamo civilizzati" ha dichiarato.

"Investimenti sì, ma sono necessarie riforme"

Come ha ricordato in diverse sedi nelle ultime settimane, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha subordinato gli investimenti occidentali a profonde riforme, anche in riferimento alla lotta alla corruzione che Kiev deve intraprendere.

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"L'Ucraina avrà bisogno di riforme coraggiose - ha detto von der Leyen - Ma le riforme devono andare di pari passo con gli investimenti. Sappiamo tutti che l'entità della distruzione è impressionante. E i costi di questa guerra insensata aumentano ogni giorno ".

Mentre la guerra continua, in particolare nel Donbass, martedì, al termine della conferenza, verrà presentata la Dichiarazione di Lugano, con i risultati e le decisioni più importanti adottate nel corso del summit.