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L'Unione Europea ai Balcani occidentali: "Bisogna decidere da che parte stare"

Con un caloroso benvenuto, Tirana ha ospitato il summit tra i leader dell'Unione Europea e quelli dei Balcani Occidentali, il primo celebrato fuori dai confini europei.

Una relazione complicata

A causa della guerra in Ucraina, la penisola balcanica assume uno status geopolitico sempre più rilevante nel continente: l'Unione vuole assicurarsi che Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania e Kosovo restino in orbita europea e non vengano attratti da quella russa. Per questo ribadisce il suo impegno nel garantire loro una prospettiva di adesione.

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"Il futuro dei nostri figli sarà più sicuro e più prospero con i Paesi dei Balcani occidentali all'interno dell'Unione. Stiamo lavorando duramente per progredire in questo senso", ha detto al suo arrivo Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.

In cambio, gli Stati balcanici dovrebbero allinearsi pienamente alle sanzioni europee contro la Russia, una posizione non universalmente condivisa: la Serbia, ad esempio, non ha adottato misure nei confronti di Mosca.

Ora è necessaria una scelta chiara, ha ribadito la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

"La Russia sta cercando di guadagnare influenza, la Cina sta cercando di guadagnare influenza. Siamo il più grande investitore, il partner più vicino, e la discussione riguarda proprio questo punto: bisogna decidere da che parte stare. Dalla parte della democrazia, c'è l'Unione europea".

Ma i capi di Stato e di governo balcanici chiedono all'Unione di accelerare il passo nel processo di integrazione, per qualcuno aperto da oltre un decennio. Il primo ministro albanese Edi Rama lo fa con un tocco di ironia. "Per la prima volta i Balcani vengono visti e trattati dall'Unione Europea come una regione geopolitica e strategica per su cui riflettere. Ora, quando diventeremo Stati membri? Una cosa è certa, noi albanesi e l'Albania saremo fedeli all'Unione: anche se dovesse scomparire, continueremo a cercare di diventarne parte".

Nel frattempo sono stati firmati una serie di accordi di cooperazione, tra cui uno per ridurre le tariffe di roaming. Ai Paesi balcanici è stato promesso anche un aiuto da circa un un miliardo di euro per far fronte alla crisi energetica, che in quest'area dell'Europa sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.