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Luxottica brilla dopo i dati sulle vendite. Broker ancora cauti

Il mese di maggio è partito sotto i migliori auspici per Luxottica (Milano: LUX.MI - notizie) che, in curante della flessione che ha interessato il mercato, ha messo a segno un bel rally. Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un progresso di quasi un punto percentuale, quest'oggi è salito in controtendenza rispetto al Ftse Mib, occupando la prima posizione nel paniere del Ftse Mib e fermandosi a 49,36 euro, con un rialzo del 3,76%. Gli acquisti sono stati alimentati da buoni volumi di scambio visto che a fine sessione sono passate di mano circa 1,4 milioni di azioni, al di sopra della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 1 milione di pezzi.

I dati sulle vendite del primo trimestre

Luxottica ha guadagnato terreno dopo che venerdì scorso la società ha diffuso i dati relativi al primo trimestre, ma solo con riferimento al fatturato, che ha evidenziato una crescita del 2,5% a cambi correnti, a 2,266 miliardi di euro.
Il giro d'affari della divisione wholesale è sceso dello 0,6% a 935 milioni di euro, mentre quello della divisione retail è aumentato del 4,8% a 1,331 miliardi di euro.

La società in una nota ha dichiarato che anche se in alcuni mercati come Hong Kong e il Medio Oriente sta soffrendo, come pure nel canale sportivo di Oakley, si attende nei prossimi mesi una decisa ripresa della crescita grazie al forte contenuto innovativo delle collezioni e alle nuove strategie di comunicazione digitale, motivo per cui il management ritiene di poter confermare le guidance per l'intero anno.

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Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) reazioni e i giudizi delle banche d'affari

Gli analisti di Equita SIM definiscono i dati relativi al fatturato del primo trimestre di Luxotica leggermente inferiori alle attese, anche con riferimento alla divisione retail e a quella wholesale.
La SIM milanese richiama l'attenzione sulla conferma della guidance per il 2016 da parte del management che in termini di investimenti ha ribadito il focus sul business delle lenti, ma appare più organico che M&A.

Per gli analisti la partenza d'anno per Luxottica è stata piuttosto debole, anche se ci sono elementi che supportano un'accelerazione della performance, ma le stime sembrano più impegnativa.
Per questo motivo Equita SIM ha deciso di rivedere al ribasso le previsioni sull'intero 2016 per il fatturato, tagliandole dell'1,3% a 9,453 miliardi di euro, mentre le stime sull'Ebit sono state ridotto del 2% a 1,552 miliardi e quelle sull'utile per azione del 3% a 1,96 euro.
Invariata la raccomandazione "hold" sul titolo, per il quale però è stato rivisitato verso il basso il prezzo obiettivo da 52 a 51 euro.

Lo stesso rating viene ribadito da Banca IMI, con un target price a 52,4 euro, dopo che gli analisti hanno definito in linea con le attese i ricavi del primo trimestre.

Cauti anche i colleghi di Citigroup (NYSE: C - notizie) che su Luxottica confermano la raccomandazione "neutral", con un fair value ridotto da 49 a 47,5 euro. La banca americana da una parte riconosce che il fatturato del gruppo nel primo trimestre è stato debole come previsto, ma dall'altra evidenzia che la guidance per l'intero anno è stata confermata, visto che la società prevede un'inversione dei deboli trend registrati dal terzo trimestre 2015 in avanti.

Gli analisti però non vedono motivi particolari per cui si debba assistere ad un miglioramento ora, riducendo così le stime sull'utile per azione del 2% per quest'anno, del 2,5% per il prossimo e del 3,1% per il 2018.

Infine, non si sbilancia neanche Kepler Cheuvreux che sul titolo mantiene una raccomandazione "hold", con un prezzo obiettivo a 51 euro. Per gli analisti le vendite dei primi tre mesi dell'anno sono state circa l'1% più basse delle loro previsioni, prevedendo che nel trimestre in corso il gruppo dovrebbe beneficiare delle aperture di nuovi negozi, della fine degli adeguamenti negativi dei prezzi e del progetto wholesale "Stars".

Il giudizio cauto su Luxottica viene spiegato da Kepler Cheuvreux in ragione del fatto che il secondo trimestre per il gruppo potrebbe avere un elemento di confronto difficile, alla luce dello stesso periodo del 2015, un possibile peggioramento del cambio euro/dollari, oltre a risentire dell'impatto dell'espansione retail visibile più in avanti nel tempo.

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