Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 6 hours 12 minutes
  • FTSE MIB

    34.217,31
    +277,56 (+0,82%)
     
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,60
    +0,03 (+0,04%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.988,33
    +273,75 (+0,46%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.389,92
    -6,61 (-0,47%)
     
  • Oro

    2.360,80
    +18,30 (+0,78%)
     
  • EUR/USD

    1,0742
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.969,71
    +30,70 (+0,62%)
     
  • EUR/GBP

    0,8580
    +0,0006 (+0,07%)
     
  • EUR/CHF

    0,9795
    +0,0010 (+0,10%)
     
  • EUR/CAD

    1,4659
    +0,0010 (+0,07%)
     

Le materie prime impennano sul declino del dollaro

Il Bloomberg Commodity Index ha sfiorato +18% dopo aver toccato a gennaio il minimo degli ultimi 17 anni, attraendo nuovamente gli investitori su un settore rimasto sfavorito per buona parte degli ultimi cinque anni. L’eccesso di offerta di materie prime fondamentali ha cominciato a ridursi, forzando una riduzione della produzione e stimolando la domanda. Al dissolversi delle attese di nuovi rialzi dei tassi americani, in uno scenario di crescita più debole, svendite di USD e rendimenti obbligazionari negativi, gli investitori sono tornati a puntare sul settore dei metalli preziosi, vincitore indiscusso del 2016. Mentre l'oro è stato protagonista nel primo trimestre, ad aprile l’argento ha attratto buona parte della domanda. La domanda di argento aveva cominciato a salire già da marzo, ma solo nel mese scorso il prezzo ha finalmente rotto il suo legame con l’oro, superandolo. L’argento è, infatti, salito del 16%, mentre il rapporto oro/argento è sceso da 80 a quota 72. Per il momento rimane protagonista, ma una volta raggiunto il supporto di 70, dovremmo tornare a favorire il metallo giallo: difficilmente l’argento potrebbe continuare a salire senza essere accompagnato da un suo movimento, rendendolo un’ottima polizza assicurativa in caso il primo rallenti la sua corsa.

Il rialzo delle materie prime degli ultimi due mesi ha beneficiato del supporto dei fondamentali, ma abbiamo assistito anche ad una discreta dose di anomalie nei dati. Durante lo scorso mese, un esercito di investitori privati cinesi ha cominciato a puntare su materie prime altamente volatili, in cerca di opportunità d’investimento per la liquidità in eccesso, o, semplicemente, in risposta ad un’ondata di propensione al rischio.

Dal ferro all’acciaio, dal carbone al cotone, sono queste le commodities più scambiate al mondo: durante il mese di aprile, i volumi di acciaio hanno superato quelli di WTI e Brent. Preoccupati del ripetersi di una bolla simile a quella azionaria dello scorso anno, i regolatori cinesi sono intervenuti con un freno agli scambi. L’acciaio, che fino a quel momento era salito del 27%, ha perso il 7% per tornare a impennare venerdì.

Il picco di domanda ha aumentato il rischio che i prezzi possano muoversi troppo oltre i livelli concretamente sostenibili.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Alcuni esempi delle recenti anomalie dei mercati:

  • i volumi dei future sul ferro scambiati sulla borsa di Dalian hanno superato l’ammontare delle importazioni annuali cinesi per diversi giorni;

  • in una giornata, sono stati scambiati più contratti sull’acciaio a Shanghai che azioni in tutta la Cina;

  • sono stati scambiati in una giornata volumi di cotone sufficienti a produrre 9 miliardi di paia di jeans;

  • la durata media di uno scambio su Dalian ha raggiunto le 4 ore, contro le 40 per il WTI.

Eppure, un forte incremento delle posizioni speculative non è un fenomeno soltanto cinese che ha toccato, tra gli altri, anche greggio, oro e argento. Riteniamo che i metalli preziosi mantengano il supporto dei fondamentali. Tuttavia, il record di posizioni lunghe che si sta consolidando sui future petroliferi, specialmente sul Brent, costituirà un rischio sempre più consistente in caso di prospettive meno positive.

Di Ole Hansen, Head of Commodity Strategy Saxo Bank

Autore: Saxobank Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online