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Mercati azionari. Analisi intraday della giornata

MERCATI AZIONARI

La distribuzione dei flussi in questo momento è rialzista: rating +1 per la curva americana, rating +2 per quella europea. La tendenza distributiva è al peggioramento.

Il driver della giornata è certamente l'accordo in sede OPEC per il taglio delle quote di produzione e il rialzo del prezzo del Petrolio. A sorpresa, il vertice informale di Algeri del 26-28 settembre, si sarebbe concluso con la decisione di abbassare il tetto della produzione dai 33,2 milioni di barili del mese scorso a 32,5 milioni di barili. Manca ancora l'ufficialità e l'intesa potrebbe essere ratificata solo il 30 novembre a Vienna, ma i mercati questa volta sembrano crederci.

La spinta rialzista sui mercati azionari è evidente, e avrà una durata non circoscritta alla sola seduta odierna. Quanto a oggi, siamo orientati a pensare che dopo l'apertura sui massimi dei mercati europei, la flessione successiva fino ad ora, con l'apertura di Wall Street ci sarà una nuova spinta propulsiva al rialzo, e cercheremo entrate long nella finestra temporale compresa tra le ore 15,30 e le 17. Impostiamo l'operazione come da tabella A. Come sempre potranno seguire aggiornamenti nel pomeriggio.

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PETROLIO

In base a quanto sopra cerchiamo entrate long multiday come da tabella A. Il prezzo è già salito molto subito dopo l'annuncio dell'accordo. È dunque opportuno aspettare una correzione, e/o dividere l'entrata in due tranche.

EURO-DOLLARO

La tendenza di medio termine è ribassista. Tuttavia, il non rialzo dei tassi Fed toglie attrattività agli investimenti in bond denominati in dollari, e dunque ora i flussi importanti prediligono rientrare nell'area euro. Oggi non ci sono le condizioni per operare.

FOCUS ECONOMICO

Petrolio: meeting OPEC 26-28 settembre. A sorpresa, l'Opec trova un accordo per il taglio delle quote di produzione: il vertice informale di Algeri, si sarebbe concluso con la decisione di abbassare il tetto della produzione dai 33,2 milioni di barili del mese scorso a 32,5 milioni di barili. Manca ancora l'ufficialità e l'intesa potrebbe essere ratificata solo il 30 novembre a Vienna, ma i mercati questa volta sembrano crederci. Con la notte del 27 settembre è entrato nel vivo il confronto fra la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, che hanno davanti ormai l'ultimo mese di competizione elettorale per arrivare alla Casa Bianca.

Certamente la logica generale vuole che una vittoria della Cllinton sia considerata dai mercati più conservativa, e dunque possa generare una spinta rialzista, a differenza di una vittoria del suo avversario, che potrebbe innescare una fase di ribasso per i timori delle sue derive protezionistiche. Ma questa equazione potrebbe anche cambiare con i prossimi dibattiti, il 9 e il 19 ottobre, e con l'analisi dei loro contenuti. Trump infatti sta piacendo sempre di più anche ai piani alti del sistema-America, e non solo.

Niente di fatto sui tassi americani nel meeting di mercoledì 21 settembre. Il Federal Funds Rate rimane nel range compreso tra 0,25 e 0,50%. Negli ultimi due mesi il tasso effettivo si è mosso stabilmente nell'intorno di 0,40. Stimiamo solo un rialzo per il 2016, nel mese di dicembre. Tassi verso la normalizzazione dunque, con cautela ma senza incertezze.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) meeting del 21 settembre la Bank of Japan ha mantenuto la sua politica monetaria accomodante, rimodulando il suo QE nel tentativo di irripidire la curva dei rendimenti locale.

Nulla di fatto della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) nella riunione di giovedì 8 settembre.

RISCHIO GEOPOLITICO

Medio-alto, in forte aumento.

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