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Sul mercato diminuiscono i timori di una “Brexit”

Sul mercato calano i timori di Brexit

di Peter Rosenstreich

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) discussioni sul referendum nel Regno Unito continuano a essere il primo argomento di conversazione, anche se sui mercati finanziari sono diminuiti i timori di “Brexit”. Dopo il netto supporto del presidente americano Obama a favore della permanenza del Regno Unito nell’UE, la probabilità di un’uscita è diminuita significativamente, come riflettono alcuni sondaggi. In generale, i mercati online e i bookmaker hanno visto un calo della probabilità di uscita dal 34% al 28%, mentre i sondaggi tradizionali, che riferiscono un testa a testa, registrano solo un calo marginale sulla scia di questi commenti. È chiaro che le discrepanze nei sondaggi e la loro credibilità discutibile (soprattutto dopo il fiasco dei sondaggi sul referendum scozzese) generano incertezza. Sembra che, sul mercato, le apprensioni per un’uscita siano in calo.

La sterlina ha fatto una pausa intorno ai massimi da 3 mesi a quota 1,4650, scontrandosi con il momentum rialzista di USD ed EUR, la volatilità implicita a un mese della GBP è calata significativamente, mentre le inversioni di rischio 25d della coppia GBP/USD si sono riprese dai minimi. Ciò nonostante, stando ai dati IMM, le posizioni speculative sulla sterlina rimangono corte. Poiché questa settimana nel Regno Unito si svolgeranno elezioni amministrative e regionali, indubbiamente il dibattito sulla Brexit sarà l’argomento più discusso. I dati economici britannici in uscita questa settimana includono il PMI manifatturiero, il PMI servizi e le tendenze dell’industria del sondaggio CBI, che dovrebbero mostrare un ulteriore rallentamento dell’economia. Prevediamo che i sostenitori della permanenza nell’UE sfrutteranno i dati deboli in vista del referendum quale prova delle conseguenze negative di una separazione. Sospettiamo che la recente ripresa della GBP sarà passeggere e diminuirà man mano che ci avviciniamo al 23 giugno. La coppia GBP/USD non è riuscita a sfondare la resistenza a 1,4664 (massimo 04/02/2016), suggerendo un calo verso il supporto a 1,4475 (27/02/2016).

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Piccolo intervento della BNS per indebolire il CHF

di Yann Quelenn

Dai dati pubblicati stamattina emerge che, in Svizzera, i depositi a vista totali continuano ad aumentare, passando da 490,9 mld di CHF per la settimana conclusasi il 22 aprile a 491,2 CHF la scorsa settimana. Crediamo che ciò provi che la BNS sta intervenendo nel tentativo di indebolire ulteriormente la valuta. Dalla fine del gennaio del 2015, i depositi totali sono aumentati drasticamente, di più di 50 miliardi di franchi.

La BNS monitora con attenzione tutti i commenti e gli interventi della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) che potrebbero generare un ulteriore apprezzamento del CHF. Per il momento, la politica monetaria della BCE non è riuscita a fornire i risultati necessari. Due settimane fa, Draghi ha annunciato che “l’inflazione europea dovrebbe diventare ancor più negativa prima di rimbalzare”. Da allora la divisa elvetica si è rafforzata, anche per effetto del suo status di rifugio sicuro e delle incertezze globali, vale a dire i prezzi bassi delle materie prime e gli elevati rischi geopolitici come la Brexit. I timori di uno smantellamento dell’Unione Europea stanno spingendo al ribasso l’EUR/CHF e la BNS a intervenire, per quanto poco, sui mercati finanziari.

Negli ultimi mesi, l’EUR/CHF si è apprezzato leggermente e al momento passa di mano appena sotto quota 1,1000. Sembra che vi sia una forte area di resistenza su questo livello e la coppia continua a rimbalzare. Rimaniamo ribassisti sulla coppia, pur rimanendo vigili nell’eventualità di interventi a sorpresa della BNS.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online