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Migranti, Istat: aumentati nel 2016 nuovi italiani, meno permessi ma record asilo

Migranti a Trapani poco dopo uno sbarco. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

ROMA (Reuters) - E' salito nel 2016 il numero di persone non comunitarie che hanno preso la cittadinanza italiana, dice Istat, mentre sono calati i nuovi permessi di soggiorno nonostante quelli per motivi di asilo e protezione umanitaria siano al massimo storico. Secondo i dati forniti oggi dall'Istituto di statistica, i cittadini non comunitari regolarmente presenti al 1° gennaio 2017 erano 3.714.137. I principali Paesi di provenienza sono Marocco, Albania, Cina, Ucraina e Filippine. Lo scorso anno hanno acquisito la cittadinanza italiana 184.638 immigrati non comunitari, il 16% in più su anno, contro i meno di 50.000 nel 2011; albanesi e marocchini insieme coprono il 39% della cifra. "L’incremento ha riguardato con maggiore rilevanza i giovanissimi. Bambini e ragazzi con meno di 20 anni rappresentano il 41,2% di coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2016", dice Istat. Durante il 2016 sono stati rilasciati 226.934 nuovi permessi, il 5% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo ha di nuovo riguardato soprattutto le migrazioni per lavoro (12.873) - diminuite del 41% rispetto al 2015 - che rappresentano ormai solo il 5,7% dei nuovi permessi, mentre "quelli per richiesta asilo, asilo politico e altre forme di protezione internazionale sono aumentati del 21%". I nuovi permessi per motivi di asilo e protezione umanitaria hanno raggiunto nel 2016 il massimo storico (77.927, il 34% del totale dei nuovi permessi). I Paesi di origine più rappresentati sono Nigeria, Pakistan e Gambia. Mentre i flussi migratori e l'accoglienza restano centrali nel dibattito politico, il governo e una parte del Parlamento stanno lavorando per cercare di far approvare la legge sullo Ius soli, che consentirebbe l'acquisizione immediata della cittadinanza da parte di chi è nato in Italia anche se da genitori stranieri, o da chi vi è arrivato da minore, a certe condizioni. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia