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I Millennials favoriti nel trovare lavoro per ambizione e creatività

Secondo l’Istat gli occupati tra i 15 e 24 anni sono 5 milioni, ovvero circa il 22 per cento della forza lavoro totale, con una disoccupazione giovanile superare al 34 per cento. (Getty)
Secondo l’Istat gli occupati tra i 15 e 24 anni sono 5 milioni, ovvero circa il 22 per cento della forza lavoro totale, con una disoccupazione giovanile superare al 34 per cento. (Getty)

Sono ambiziosi, hanno voglia di fare carriera e lavorano un sacco. Questo è il ritratto dei Millennials, ovvero la Generazione Y, che raggruppa i nati tra gli anni ’80 e 2000. Un esercito di giovani titolati e motivati, che Oltreoceano sta riscuotendo sempre più successo ai colloqui di lavoro. Negli States, come riportato da Forbes, i Millennials nel 2020 rappresenteranno ben il 51 per cento del totale della forza lavoro.

In Italia le cose stanno diversamente. Secondo l’Istat gli occupati tra i 15 e 24 anni sono 5 milioni, ovvero circa il 22 per cento della forza lavoro totale, con una disoccupazione giovanile superiore al 34 per cento. Alcune grandi aziende, anche nel Belpaese, stanno cominciando a puntare sui Millennials. Luxottica, FourStars, Movym, Tanaza e Fluidmesh sono solo alcune delle imprese in cui l’HR sta tenendo in considerazione profili giovani.

Ai Millennials piace definirsi orgogliosamente lavoratori incalliti, o più precisamente “work matyrs”. (Getty)
Ai Millennials piace definirsi orgogliosamente lavoratori incalliti, o più precisamente “work matyrs”. (Getty)

Da una ricerca all’altra. Quella di Project:Time Off e GfK, riportata da Harvard Business Review, racconta che ai Millennials piace definirsi orgogliosamente lavoratori incalliti, o più precisamente “work matyrs”, in quanto “obsessed” e dediti al lavoro. I dati mostrano un stupefacente numero di Millenials che ha raggiunto in breve tempo posizioni manageriali e preferisce lavorare piuttosto che usufruire delle ferie maturate per andare in vacanza.

“La determinazione e la diligenza della Generazione Y è avvalorata dal forte sentimenti di autorganizzazione che sperimenta nello svolgimento del proprio lavoro, confinando spesso nel narcisismo”, ha scritto sul Guardian, Tomas Chamorro Premuzic, ceo di Hogan Assessments. “I Millennials si sentono insostituibili: l’ambizione e il desiderio di apprendere e avanzare velocemente all’interno dell’organizzazione richiede una certa attenzione da parte dei datori di lavoro – aggiunge Chamorro Premuzic -, i quali devono essere sempre presenti, disponibili a donare feedback, accogliere nuove idee e promuovere una cultura aziendale flessibile e stimolante”. I Millennials si preparano a comandare il mondo del lavoro.