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Monte Paschi di Siena (MPS), decisione azionisti entro 20 ottobre: quale?

Il Ministero di Economia e Finanza (MEF), per rianimare Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha deciso di conferire in “discarica” i crediti deteriorati della secolare banca. Il “centro di conferimento” è la società Amco spa che si occupa di gestire e recuperare i crediti deteriorati.

Con questa operazione, però, gli azionisti di MPS sono chiamati a fare una scelta. Nei giorni scorsi, infatti, hanno ricevuto una lettera lunga ben quattro pagine, che la Confederazione generale dei consumatori (Confconsumatori) considera “criptica” come tipologia di comunicazione scritta.

Sulla prossima scissione della Banca che prevede l’assegnazione ad Amco di alcune attività finanziarie, cioè i crediti deteriorati, vediamo quali sono le opzioni che sono state prospettate agli azionisti.

Suddivisione di Monte Paschi di Siena (MPS): opzioni per azionisti

Confconsumatori ha considerato la lettera ricevuta dagli azionisti “molto burocratica e poco comprensibile per i più”.

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Le scelte davanti le quali l’azionista è posto sono tre e così si possono riassumere in breve:

  1. Aderire all’ingresso di capitale in Amco;

  2. Esercitare il diritto di recesso e vedere così riconosciuto il valore di liquidazione fissato in euro 1,339 per azione MPS;

  3. Esercitare la cosiddetta “opzione asimmetrica” che consente di non ricevere azioni AMCO, bensì di ricevere altre azioni MPS e, di conseguenza, accrescere la percentuale di partecipazione al capitale della banca.

Così Confconsumatori sintetizza le tre scelte davanti le quali sono stati messi gli azionisti. Da sottolineare che gli azionisti MPS hanno tempo fino a martedì 20 ottobre per esercitare la loro scelta.

Nel caso in cui non esercitassero nessuna scelta, il silenzio assenso degli azionisti MPS porterebbe all’assegnazione automatica di azioni Amco (opzione 1) che bruceranno quelle MPS possedute. In pratica gli azionisti si vedrebbero annullare le azioni Monte Paschi di Siena e riceverebbero in cambio azioni Amco, in un rapporto di cambio 0,4 azioni di nuova emissione per ciascuna azione MPS posseduta.

Da notare ancora, che le azioni Amco sono illiquide e di una società non quotata in borsa. In soldoni chi non agirà si ritroverà fuori da MPS e con azioni di una società la cui attività è fare il recupero di crediti deteriorati.

Quale scelta devono operare gli azionisti MPS?

Naturalmente l’opzione da esercitare in questa situazione è demandata all’azionista MPS, dovrà essere lui a fare la scelta che ritiene migliore per il suo portafoglio finanziario.

Tuttavia sempre Confconsumatori ha dato una chiave di lettura per ciascuna scelta, con le relative criticità e rischi.

  1. Sulla scelta 1 grava il rischio che si tratta di un titolo non quotato in borsa e quindi illiquido, difficilmente vendibile (non c’è un mercato neppure secondario);

  2. La scelta 2 consente di monetizzare subito un valore definito ed evitare così i rischi del prossimo futuro (1,339 euro ad azione);

  3. La scelta 3 ha solo il vantaggio di continuare a detenere titoli liquidi e quotati, ma espone l’azionista all’alea propria della sorte delle azioni MPS, laddove, da un lato, la banca dovrà emettere un prestito subordinato a breve per “coprirsi” dalla riduzione per perdita di 1,1 miliardi di euro di capitale e, dall’altro, il prossimo anno lo Stato italiano dovrà uscire dal capitale sociale della banca vendendo la propria quota oggi di maggioranza (65,252% che a termine operazione scissione scenderà al 63,879%), entrambi elementi che non lasciano presagire nulla di positivo con riguardo al prezzo del valore delle azioni.

Quanto valgono le azioni MPS?

Attualmente le azioni MPS valgono 1,25 euro, in caduta del -4,15% alla Borsa di Milano.

In caso di recesso gli azionisti MPS riceveranno 1,339 euro ad azione.

This article was originally posted on FX Empire

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