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Mps, Intesa esclude merger, Guzzetti apre su Monti bond

di Stefano Bernabei e Alberto Sisto

ROMA (Reuters) - Intesa SP ha escluso oggi e categoricamente di essere stata sollecitata da Bankitalia a fare il cavaliere bianco per banca Mps e anche di aver alcun interesse per una integrazione con la banca senese che sta definendo il piano per coprire 2,1 miliardi di shortfall emersi domenica con l'esito del comprehensive assessment.

Allo stesso tempo, sempre nei corridioi di palazzo della Cancelleria dove si è svolta la 90° giornata mondiale del risparmio, il presidente dell'associazione delle Fondazioni bancarie Giuseppe Guzzetti ha aperto alla possibilità di un intervento degli enti per rilevare dal Tesoro il miliardo circa di Monti Bond che Siena deve ancora rimborsare da qui al 2017.

"Assolutamente sì", ha risposto Guzzetti a chi gli chiedeva se le fondazioni potrebbero essere disponibili a valutare questo intervento.

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"Non possiamo nè escluderlo nè confermarlo ma si tratta di strumenti garantiti e che hanno un interesse molto alto", ha agggiunto chiarendo che si tratta di un tipo di investimento compatibile con i vincoli degli enti.

Il presidente della Fondazione Cariplo ha però escluso che ci possano essere interventi diretti sul capitale delle banche uscite con shortfall dall'esercizio Bce.

Parole analoghe e nette erano venute poco prima poco prima dai vertici di Intesa SP a proposti di un ingresso nel Mps.

"Non è possibile in nessun modo", ha detto l'AD Carlo Messina a chi chiedeva se fosse possibile una integrazione con Mps escludendo anche di avere avuto sollecitazioni di Bankitalia su questo. Poco dopo il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli ha detto che Intesa "certamente non è interessata ad acquisizioni sul mercato domestico".

Da Parigi, si è chiamata fuori da possibili interventi su Mps anche Bnp Paribas che in Italia controlla Bnl.

"E' speculazione. Se si guarda al nostro piano, stiamo cercando acquisizioni mirate. Se le troviamo, che siano mirate e a un prezzo ragionevole, questo fa parte del nostro piano industriale", ha detto a Reuters il Cfo della banca francese Lars Machenil.

Sulle acquisizioni "mirate" Machenil ha spiegato che intende operazioni che "diano a Bnp una maggiore quota di mercarto, vicinanza con i clienti, conoscenza del prodotto".

Il titolo Mps ha intanto sofferto un'altra giornata di passione scendendo fino al limite del 10% e finendo a più riprese in asta di volatilità per eccesso di scostamento al ribasso. Ha toccato in seduta un minimo di 0,6030 euro.

La banca senese ha tempo fino al 10 novembre per presentare alla Bce il piano di copertura e l'ipotesi di un intervento sui Monti bond per alleggerire lo shortfall potrebbe aver messo a posto un primo tassello. Del resto anche il Tesoro aveva detto di non obiettare a un possibile allungamento dei tempi del rimborso.

VISCO RICORDA MALA GESTIO, ATTESA PRIMA SENTENZA A SIENA

La banca senese ha ricevuto 4,1 miliardi di aiuti di Stato emettendo Monti Bond che il Tesoro ha sottoscritto ricevendo un interesse crescente dal 9%. Con l'aumento da 5 miliardi dello scorso luglio Mps ha rimborsato 3 miliardi e il piano con la Ue prevede una serie di parziali rimborsi fino al ripagamento completo al 2017. Tra il 2015 e il 2016 Mps dovrebbe restituire circa 750 milioni di capitale rimborsando il Tesoro, e questo è stato conteggiato dalla Bce come parte dello shortfall di 2,11 miliardi da colmare.

L'ipotesi di rinviare oltre le scadenza concordata con la Ue il rimborso al Ministero dell'Economia dei Monti Bond, ridurrebbe dunque a 1,35 miliardi la carenza di capitale da colmare nei prossimi nove mesi. Un intervento delle Fondazioni nel rilevare il credito - convertibile in azioni Mps - dal Tesoro, avrebbe il vantaggio di non sollevare questioni di aiuto di Stato se il rinvio del rimborso fosse fatto con il Tesoro, sgravando anche il socio pubblico dal rischio di un ingresso non voluto nel capitale del Monte.

Poche parole nuove sono invece arrivate dalle autorità presenti alla Giornata del Risparmio.

Il governatore Visco si è limitato a ricordare che Mps, come pure Carige uscita con uno shortfall di 814 milioni, pagano per mala gestio del passato e che a breve presenteranno i piani di rafforzamento che Bankitalia seguirà da vicino anche "nell'ambito dei gruppi di vigilanza congiunti", del consiglio di supervisione e del consiglio direttivo della Bce.

Il ministro Padoan ha ribadito da canto suo che non ci sarà un intervento pubblico per le banche uscite in rosso dall'esercizio e che le carenze verranno copere "mediante la mobilitazione di risorse private".

Oggi è attesa la prima sentenza del tribunale di Siena sull'ex presidente di banca Mps, Giuseppe Mussari, imputato del reato di concorso in ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia insieme all'ex Dg di Rocca Salimbeni, Antonio Vigni, e all'allora responsabile dell'area finanza Gianluca Baldassarri.

I pm hanno chiesto per Mussari una condanna a 7 anni e per Vigni e Baldassarri a 6 anni.