Mps, piano dicembre non definitivo, redatto considerando anche operazione strutturale
MILANO (Reuters) - Il piano di Monte dei Paschi comunicato al mercato il 17 dicembre non è definitivo ed è stato comunque redatto "tenendo conto della realizzabilità di un'operazione strutturale".
Lo dice Mps in una nota diffusa con riferimento a un articolo di Repubblica che, secondo la banca, contiene "una serie di informazioni non circostanziate e decettive".
"Come già comunicato al mercato in data 17 dicembre, la banca ribadisce che il piano deliberato dal consiglio di amministrazione è allo stato non definitivo, in quanto è stato approvato sul presupposto di determinati assunti, quale tra gli altri, in primo luogo, il necessario confronto con DG-Comp nonché, nella propria articolazione, è stato redatto anche tenendo conto della realizzabilità di un'operazione strutturale", si legge nella nota.
Secondo quanto riportato da Repubblica, il piano al 2025 contiene un'indicazione di rosso per 562 milioni di euro nel 2021, il ritorno all'utile nel 2022 e ipotizza un futuro anche senza operazioni straordinarie.
"In particolare, l'istruttoria di DG-Comp, che richiede l'interlocuzione dello Stato italiano e culminerà in un provvedimento autorizzativo, ha indotto la banca - in coerenza con le disposizioni regolamentari vigenti che sovrintendono alla diffusione di informazioni al mercato - a fornire un limitato grado di dettaglio in merito ai contenuti di un piano tutt'ora soggetto a revisione", prosegue la nota Mps.
"Parimenti, l'evoluzione dello scenario aggregativo sottende tempi e modalità attualmente non definibili".
"Il necessario dialogo tra i regolatori sovranazionali per gli aspetti di competenza - che potrebbe portare a modifiche anche rilevanti o sostanziali dello stesso - giustifica il fatto che la comunicazione delle informazioni sul piano abbia avuto ad oggetto solo taluni elementi qualificanti, senza entrare oggi in maggior grado di dettaglio", conclude la nota.
Mps è in procinto di aprire la data room a potenziali partner nell'ambito del processo di privatizzazione avviato dal ministero dell'Economia oggi socio di controllo con il 64%.
(Gianluca Semeraro, in redazione a Milano Sabina Suzzi)