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Mps, rally dopo il crollo, azioni salgono oltre 40%, balzo bond

Una pubblicità del Monte dei Paschi di Siena in una filiale della banca a MIlano. Foto del 14 gennaio 2016. REUTERS/Stefano Rellandini

ROMA (Reuters) - La giornata di Borsa del Monte dei Paschi è caratterizzata oggi da una frenetica corsa al rialzo, frenata anche da numerose sospensioni, con il titolo salito fino a sopra 0,70 euro con un recupero che ha anche sfiorato 45% dopo una caduta di quasi il 60% negli ultimi 20 giorni.

Complici la possibile corsa alle ricoperture, gli acquisti sui minimi storici e i numerosi messaggi di rassicurazione dalle autorità monetarie politiche, la banca senese si è messa oggi in testa al plotone dei bancari, tutti in deciso rialzo a Piazza Affari.

Alle 15,30 il titolo sale del 40% circa a 0,7140 dopo aver toccato ieri un minimo storico di 0,4980. In forte rialzo anche le obbligazioni, con il bond subordinato settembre 2020 che sale di 13 figure con il rendimento sceso a quasi il 13% dai massimi di 24% di ieri.

Carige recupera il 30%, Unicredit attorno al 9%, Banco Popolare oltre il 7,5%, Ubi fino al 7%, per citare alcune delle banche più toniche.

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Su Carige, Monte dei Paschi e Banco Popolare oggi vige il divieto di vendite allo scoperto.

Il rialzo era stato preceduto stamani da un intervista del premier Matteo Renzi in cui si sottolineava che "il Monte dei Paschi oggi [cioè alla chiusura di ieri] è a prezzi incredibili. Penso che la soluzione migliore sarà quella che il mercato deciderà. Mi piacerebbe tanto fosse italiana, ma chiunque verrà farà un ottimo affare".

Poi nel primo pomeriggio anche le parole del presidente della Bce Mario Draghi hanno favorito gli acquisti. Draghi ha detto che la Bce non sta spingendo le banche a risolvere di corsa il problema delle sofferenze e che c'è consapevolezza che il processo di riequilibrio richiederà anni.

A spingere il rialzo del comparto bancario in Italia è certamente anche la prospettiva, accredidata nel corso della giornata da fonti sentite da Reuters, che il dialogo tra Ue e Italia per un meccanismo che favorisca il decollo di un mercato di crediti in sofferenze sia ormai vicinissima.

Domani una riunione tecnica tra la Commissione e i rappresentanti italiani dovrebbe limare i dettagli finali di un accordo sulla bad bank che potrebbe vedere la luce entro la prossima settimana. Il negoziato è su un prezzo di vendita tra il 20 e il 30% del valore nominale dei crediti.

Le banche italiane a novembre 2015 avevano 88,8 miliardi di sofferenze al netto delle svalutazioni già fatte. Monte dei Paschi, alla fine del terzo trimestre 2015, ha 9,5 miliardi di sofferenze nette su un totale di 24,4 miliardi di deteriorati. Siena ha un piano, approvato da Ue e Bce, che prevede una cessione al 2018 di 5,5 miliardi di crediti in sofferenza e ne ha già venduti due miliardi nel corso dello scorso anno.

(Stefano Bernabei)

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