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Mps, via libera definitivo a decreto su privatizzazione - fonte

L'ingresso di una filiale della Banca Monte dei Paschi di Siena a Roma

di Giuseppe Fonte e Valentina Za

ROMA (Reuters) - Via libera definitivo del governo al decreto che aiuta Banca Mps a liberarsi di crediti deteriorati per circa 8 miliardi di euro e ne permette la privatizzazione entro giugno 2022, termine ultimo per l'approvazione del bilancio 2021.

Dopo i ministri dell'Economia e dello Sviluppo, anche il premier Giuseppe Conte ha firmato il decreto, secondo una fonte governativa. L'iter prevede ora il vaglio preventivo della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Il Tesoro detiene il 68% di Mps dopo il salvataggio del 2017 negoziato con le autorità europee e deve cedere la partecipazione, o diluirsi nell'ambito di un'aggregazione, entro l'approvazione del bilancio 2021.

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Già il 10 agosto il Tesoro aveva chiesto a Palazzo Chigi di inserire il decreto all'ordine del giorno del primo consiglio dei ministri utile. Ma il Movimento 5 Stelle ne ha ritardato l'iter perché vuole posticipare l'uscita dello stato dalla banca.

Il ministero dell'Economia non vede invece ragioni per rinegoziare con Bruxelles il termine inserito nell'accordo del 2017, avendo a disposizione quasi due anni per chiudere la partita, hanno detto a Reuters due fonti governative.

L'Italia è in trattative con la Commissione Ue per un aggiornamento del piano di ristrutturazione di Mps, ormai obsoleto ancor prima dell'arrivo della pandemia per le mutate condizioni macroeconomiche e di mercato. Un allungamento della durata dello stesso era tra le possibilità esaminate, aveva detto l'ex amministratore delegato del Monte dei Paschi Marco Morelli.

Il decreto, formalmente un Dpcm, autorizza il Tesoro a completare entro dicembre l'operazione Hydra, che permette al Monte di deconsolidare circa 8 miliardi di crediti deteriorati tramite una complessa operazione di scissione non proporzionale a favore di Amco, la 'bad bank' di Stato.

Hydra era stata ideata per rendere Mps più appetibile per un potenziale partner, ma la Bce ha posto paletti stringenti per consentire alla banca di rinunciare a 1,1 miliardi di patrimonio nell'ambito della scissione, inclusa - in alternativa a un aumento di capitale - l'emissione di un Additional Tier 1 (AT1) il cui importo, secondo alcune fonti, potrebbe arrivare a 750 milioni.

Via XX Settembre vorrebbe disinnescare l'emissione, che rappresenta una sfida notevole per Mps dato il rosso in bilancio, aiutando la banca a reperire il capitale necessario per completare Hydra nell'ambito di un'aggregazione, ma fatica a trovare compratori.

Per dicembre Mps deve solo provare a Bce di essere ragionevolmente in grado di emettere il bond tramite comfort letter stilate da banche d'affari, fronte su cui sono al lavoro Mediobanca, JP Morgan e Ubs. La prima è l'adviser strategico del Monte mentre le altre due hanno finanziato con un prestito ponte da 3,2 miliardi l'operazione Hydra.

Nessun commento dalle banche interessate.

Il collocamento effettivo dell'AT1, riferiscono due fonti, è materia per il 2021. Peraltro al momento la banca non sarebbe in condizione di emettere, chiarisce una fonte, mancando di riserve distribuibili.

Con il piano in fase di revisione, Hydra giocherà un ruolo importante nella definizione dei nuovi target, sottolinea la fonte.

Sia UniCredit sia Banco BPM sono visti dal Tesoro come potenziali acquirenti di Mps. Chiunque rilevi Siena vuole però un contributo pubblico sufficiente a sterilizzare i costi di transazione e l'impatto a bilancio, nonché a coprire i rischi legali. Ma il Tesoro è restio a seguire questa strada, hanno riferito diverse fonti.

Banco BPM ha sempre escluso qualsiasi interesse per Mps mentre Unicredit esclude tout court acquisizioni.

Secondo il decreto, la dismissione della quota pubblica può avvenire "in una o più fasi", tramite un'offerta pubblica di vendita rivolta a investitori retail italiani, compresi i dipendenti di Mps, o istituzionali. Tra le opzioni, anche trattative dirette o operazioni straordinarie, incluse fusioni.