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Mps, Visco: presi un rischio nel chiedere dimissioni Mussari, Vigni

ROMA (Reuters) - I problemi e le carenze di gestione della Banca Mps nel 2011 indussero Bankitalia a chiedere un ricambio nei vertici e in quella occasione si espose personalmente il governatore della Banca d'Italia, chiedendo una misura, la rimozione dei vertici, che non era nei suoi poteri.

Lo ricorda lo stesso Ignazio Visco che ha risposto alla domanda di un senatore durante una audizione in Commissione Finanze.

"Su Mps possiamo avere valutazioni su quanto fatto sul piano formale ma sul piano sostanziale ci sono stati interventi fraudolenti", ha detto Visco che ha rimandato a quanto la banca d'Italia ha pubblicato da tempo come resoconto dell'attività di vigilanza sulla banca senese, che poi ha portato all'indagine della magistratura sull'operazione di acquisizione di Antonveneta fatta nel 2008.

"Non era facile capire cosa succedeva", ha detto Visco.

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Il senatore Franco Carraro in audizione ha riproposto il tema del ruolo della vigilanza in quella acquisizione che il vertice di allora, presidente Giuseppe Mussari e direttore generale Antonio Vigni, condussero senza una due diligence preventiva, comprando dal Santander la banca padovana con la formula del visto e piaciuto per oltre 10 miliardi di euro.

"La due diligence si può fare e non si può fare, dipende anche dalla pressione a concludere", ha risposto Visco dicendo di non avere alcun "imbarazzo" per questa vicenda, "neanche avevo contezza", ha detto.

Visco piuttosto ha sottolineato che il caso Mps è emerso grazie all'intervento di Bankitalia che, come anche ricordato oggi nel testo dell'audizione, "poneva in essere interventi di crescente intensità, fino a giungere, nel novembre del 2011, alla convocazione dei vertici della banca e della Fondazione (al tempo principale azionista), cui veniva richiesta una rapida e netta continuità nella gestione".

Qui Visco spiega di aver avuto un ruolo determinante. "Io ho preso un rischio personale nel chiedere ai vertici di lasciare, non avevo nessun potere per farlo", ricorda il governatore.

Pochi mesi dopo Vigni, il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale e poi Mussari e altre linee manageriali della banca senese furono cambiate. Alla presidenza arrivò Alessandro Profumo, oggi sostituito al vertice da Massimo Tononi, mentre pochi mesi prima era arrivato Fabrizio Viola, assumendo l'incarico attuale di amministratore delegato.

(Stefano Bernabei)

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