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Muoversi in un mondo in transizione

Considerando l’evoluzione del panorama politico e la crescita modesta, gli investitori dovrebbero rivedere le proprie aspettative?

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2017, gli investitori dovranno fare i conti con un mondo in transizione. L’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e, in precedenza, il voto favorevole alla Brexit nel Regno Unito rispecchiano in parte la potenziale deriva populista che sembra minacciare la decennale marcia della globalizzazione. L’incertezza provocata da questa svolta sul piano politico, a cui si aggiunge la debolezza della crescita economica in gran parte del mondo, rende molte economie vulnerabili agli shock. Oltretutto, dovendo riconoscere che le aggressive misure di incentivazione delle banche centrali potrebbero avere fatto il loro tempo, gli investitori sono chiamati a valutare le potenziali conseguenze di anni trascorsi all’insegna di queste politiche. L’economia globale continua a crescere lentamente, tuttavia alcune regioni rappresentano un’eccezione.

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito le previsioni per il 2017 di Martyn Hole, Investment Director di Capital Group.

USA - Dopo le elezioni i settori al consumo hanno trainato la ripresa

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L’incertezza riguardo alla direzione che imboccherà l’esecutivo Trump potrebbe aleggiare per mesi. Ma i dubbi relativi al futuro della politica commerciale potrebbero essere in parte compensati dalla prospettiva di uno sgravio fiscale per le società e di altri provvedimenti favorevoli al mondo delle imprese. Dopo le elezioni presidenziali, la traiettoria espansionistica degli Stati Uniti prosegue, riconfermandosi per il settimo anno consecutivo. Dato che l’economia non dà segnali evidenti di eccessi, è ragionevole aspettarsi che la crescita persisterà anche nel 2017, trainata dal rafforzamento dei consumi. Tuttavia, il contesto economico statunitense rimane caratterizzato da una duplice dinamica (consumi vivaci in parte controbilanciati da un’attività industriale debole, ancorché in ripresa), pertanto la crescita sarà modesta. Dopo anni di guadagni, la maggior parte delle azioni USA sembra avere raggiunto la piena valutazione. Detto questo, la prospettiva di sgravi fiscali e di un aumento della spesa per le infrastrutture da parte dell’amministrazione Trump potrebbe rappresentare un fattore trainante degli utili societari. Tuttavia, con le valutazioni azionarie che scontano già un anno positivo, la selettività è fondamentale per investire.

Dopo numerosi contraccolpi, l’Europa è ancora in ritardo

Le pressioni deflazionistiche, la crescita economica debole e i rischi politici in aumento pesano sulle prospettive dell’economia europea - spiega Martyn Hole -. I tassi d’interesse negativi penalizzano il settore bancario, mentre gli utili societari, sebbene in miglioramento, restano relativamente bassi. Nel contempo, l’incertezza politica cresce nella regione poiché il referendum nel Regno Unito che il 23 giugno 2016 ha decretato la fuoriuscita del paese dall’Unione Europea e l’ascesa di Donald Trump alla presidenza USA potrebbero incoraggiare i movimenti nazionalisti anti-immigrazione. La stabilità dell’UE sta diventando rapidamente la nuova e più acuta minaccia per la difficile ripresa europea dopo la crisi finanziaria del 2008-09. In media, il tasso di crescita economica nell’Eurozona potrebbe essere inferiore a quello evidenziato in passato. Le precedenti aspettative che davano la crescita annualizzata sul 2-2,5% stanno lasciando il passo a previsioni più pessimistiche intorno all’1-1,5%. Una crescita così anemica rende l’Europa più vulnerabile a shock esterni, come un ulteriore rallentamento dell’economia cinese o un’eventuale recessione negli Stati Uniti.

Mercati Emergenti e l’ascesa dell’India

I mercati emergenti si stanno riprendendo dopo alcuni anni di difficoltà - spiega Martyn Hole -. Le valute si sono rafforzate, i prezzi delle materie prime si sono stabilizzati e i tassi d’interesse globali restano bassi. Le condizioni appaiono “meno sfavorevoli” in Brasile, dove un nuovo governo si sta adoperando per attuare alcune riforme fiscali, e in Russia, dove la crescita economica sembra in via di ripresa grazie all’aumento delle quotazioni petrolifere e a politiche più prudenti della banca centrale. Tuttavia, alcuni ritengono che l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti possa penalizzare gli scambi commerciali globali. I tempi sono cambiati nei mercati emergenti. Le società nel comparto dei materiali e dell’energia in passato rappresentavano una componente chiave dei mercati emergenti, ma l’orientamento è cambiato a favore delle imprese produttrici di tecnologia e beni di consumo che traggono vantaggio dalla rapida diffusione di telefoni cellulari e uso di Internet e dall’aumento della ricchezza. La crescita demografica continuerà a plasmare le abitudini di consumo. Basti pensare che la maggior parte dei 2 miliardi di millennial (la generazione dei nati tra il 1980 e il 2000) presenti nel mondo vive nei paesi emergenti.

Circa 25 anni fa, l’India ha iniziato un lungo viaggio, aprendo le porte alla globalizzazione e ai mercati globali. Da allora, il paese è diventato uno dei cardini dell’economia globale. In termini di crescita, l’India ha superato perfino l’altro colosso asiatico, vale a dire la Cina. Uno dei fattori che trainano l’espansione economica indiana è la forte spesa al consumo, che ha permesso all’economia del paese di crescere con un tasso del 7,3% nei 12 mesi al 30 settembre 2016.

L’era dei tassi ridotti sembra destinata a continuare

I tassi d’interesse sono bassi perché la crescita e l’inflazione negli Stati Uniti sono stati relativamente modesti e le banche centrali estere continuano ad acquistare obbligazioni, spingendo al ribasso i rendimenti globali - spiega Martyn Hole -. Per ottenere un rendimento sensibilmente maggiore, dovremo forse aspettare che la Fed diventi più aggressiva e che l’inflazione si porti su livelli elevati. Ma la probabilità che si verifichino entrambe le circostanze sembra ridotta. I tassi d’interesse sembrano destinati a rimanere relativamente bassi per un periodo prolungato. Le banche centrali potrebbero mantenere politiche accomodanti piuttosto che rischiare una recessione. Se i tassi aumentano lentamente, il rischio di ribasso correlato per le quotazioni obbligazionarie sarà molto limitato. Nonostante le autorità dichiarino di sentirsi a proprio agio con un’inflazione lievemente sopra il loro target abituale, i mercati prevedono che il dato si manterrà su livelli ridotti. Di conseguenza, i titoli di Stato USA protetti all’inflazione (TIPS) potrebbero offrire valore.

Per ottenere reddito da dividendi conviene muoversi su regioni diverse

Storicamente i dividendi hanno rappresentato un essenziale fattore trainante dei rendimenti complessivi per gli investitori azionari - spiega Martyn Hole -. Dal 2001, infatti, i dividendi costituiscono oltre la metà dei rendimenti complessivi annuali medi sui mercati sviluppati internazionali. Dato che le aspettative per la crescita globale nel 2017 e oltre sono basse o tutt’al più moderate, i dividendi potrebbero rivestire un’importanza ancora maggiore di quella che hanno avuto dall’inizio del 21° secolo. Una vasta gamma di società corrisponde dividendi elevati sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti di tutto il mondo. Tra queste si annoverano società finanziarie europee come Barclays (Londra: BARC.L - notizie) e Prudential (SES: K6S.SI - notizie) , società di telecomunicazioni come China Mobil e Verizon (NYSE: VZ - notizie) , società tecnologiche quali Taiwan Semiconductor e IBM (NYSE: IBM - notizie) , compagnie del settore petrolio e gas come Royal Dutch Shell (Londra: 0LN9.L - notizie) nel Regno Unito, Enbridge (Dusseldorf: EN3.DU - notizie) in Canada e Chevron (Euronext: CHTEX.NX - notizie) nel Regno Unito.

I fondamentali dei mercati emergenti sono relativamente in buone condizioni

Il rallentamento della crescita ha fatto notizia nel 2016, ma in realtà sono numerosi i fattori che incoraggiano l’ottimismo - spiega Martyn Hole -. In molti mercati emergenti, i tassi di crescita continuano a superare di gran lunga quelli delle loro controparti sviluppate. Le partite correnti sono in gran parte favorevoli e molte valute appaiono meno vulnerabili a forti ribassi. Nonostante un certo numero di paesi debba affrontare alcune sfide sul fronte fiscale, in molti altri mercati emergenti i bilanci dello Stato sono in condizioni accettabili. Il rapporto debito-PIL è sceso rispetto al passato e, laddove l’indebitamento pesa di più, questo è spesso indice del fatto che il mercato obbligazionario sta maturando. Considerato il livello ultra-basso dei rendimenti nei mercati sviluppati, molte obbligazioni dei mercati emergenti offrono un interessante potenziale di rendimento ponderato per il rischio. Il rafforzamento del contesto macroeconomico dovrebbe consentire ai paesi emergenti di reagire meglio agli shock su questo fronte. Le difficoltà valutarie probabilmente diminuiranno, mentre le nascenti riforme politiche ed economiche rappresentano un potenziale fattore positivo per i rendimenti.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online