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Nessuna ripresa in mercato lavoro globale almeno fino a 2023 - Ilo

di Stephanie Nebehay

GINEVRA (Reuters) - Almeno 220 milioni di persone resteranno disoccupate quest'anno nel mondo, numero ben superiore ai livelli pre-pandemia, con una fiacca ripresa del mercato del lavoro che rafforza le disparità, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).

L'agenzia delle Nazioni Unite ha previsto un miglioramento dell'outlook a 205 milioni di disoccupati per il prossimo anno -- comunque ben al di sopra dei 187 milioni registrati nel 2019, prima dello scoppio della crisi del coronavirus.

Secondo i modelli Ilo queste cifre corrispondono a un tasso di disoccupazione globale del 6,3% per quest'anno, che scenderà al 5,7% nel 2022 restando comunque sopra il 5,4% del 2019.

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"La crescita dell'occupazione non sarà sufficiente a compensare le perdite subite fino ad almeno il 2023", si legge nel dossier Ilo 'Prospettive occupazionali e sociali nel mondo: Tendenze 2021'.

Stefan Kuehn, economista Ilo e autore principale del report, ha detto a Reuters che il vero impatto sul mercato del lavoro risulta addirittura più significativo una volta presi in considerazione l'orario di lavoro ridotto imposto ad alcuni dipendenti e altri fattori.

Complessivamente nel report si stima che le ore di lavoro perse nel 2020 rispetto al 2019 ammontano a un equivalente di 144 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nel 2020, deficit che si attesta ancora a 127 milioni nel secondo trimestre di quest'anno.

"La disoccupazione non fotografa l'impatto sul mercato del lavoro", ha detto Kuehn, sottolineando che se le assunzioni sono ripartite negli Stati Uniti in seguito a significative perdite di posti di lavoro, altrove molti dipendenti -- specialmente in Europa -- restano impiegati a orario ridotto.

Le donne, i giovani e i 2 miliardi di lavoratori al nero sono stati i più colpiti, con 108 milioni di lavoratori in più definiti "poveri" o "molto poveri" rispetto al 2019 in tutto il mondo.

"Cinque anni di progresso verso l'eliminazione della povertà lavorativa sono andati persi", si legge nel report.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)