Noi e i diritti/3. Perché raddoppia il numero degli artisti uccisi nel mondo
Secondo l’ultimo rapporto “Freemuse” stilato dalle Nazioni Unite sulla libertà d’espressione artistica nel mondo, ci informa Federica Lavarini sull’ultimo numero della “Lettura”, si delinea lo scenario di un “netto peggioramento”: “107 artisti perseguiti penalmente nel 2020 (più 78 rispetto al 2019), 133 agli arresti (più 48), 82 in carcere (più 11). Mentre è praticamente raddoppiato il numero degli artisti uccisi: 17”. Triste sorte per Yulia Tsvetkova in Russia, per il fumettista Jiang Yefei in Cina, per Luis Manero Otero Alcàntara a Cuba, per la rapper Obianuju Catherine Ideh in Nigeria, per Isabel Cabanillas de la Torre, uccisa in Messico, per la curda Zehra Dogan, per Ganzeer in Egitto e per tutte le artiste e gli artisti che subiscono la persecuzione dai regimi autoritari in cui vivono e operano.
Ma il peggioramento della libertà d’espressione inverte la tendenza dei decenni scorsi, che invece sembrava inclinare sulla crescita della libertà, della democrazia e dell’affermazione dei diritti umani nel mondo. No, stiamo peggiorando. Dittature e tirannie agiscono indisturbate, e persino nell’Occidente, complice anche la nuova inquisizione che veste abiti progressisti ma con un’intolleranza sempre più invasiva e spudorata, la libertà d’espressione non sta attraversando una stagione brillante. Il mondo globale, globalmente è sempre meno libero.
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.