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Nomine Consulta e Csm, Napolitano: grave stallo in Parlamento

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. REUTERS/Paolo Giandotti/Italian Presidency Press Office/Handout via Reuters (Reuters)

ROMA (Reuters) - L'impasse in Parlamento nell'elezione di due giudici della Corte costituzionale e due consiglieri del Csm è "grave", perché "immotivate preclusioni" politiche verso i candidati della parte politica avversa stanno provocando la paralisi di un sistema di voto che prevede quorum elevati a tutela della minoranza politica. Così il presidente della Repubbblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto oggi nella questione, dopo che ieri a Montecitorio c'è stata l'ennesima fumata nera. "Quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell'espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza", dice Napolitano in una nota. Per l'elezione a giudice della Consulta serve il sì dei 3/5 dei parlamentari, cioè 570 voti; né Luciano Violante (Pd), né Donato Bruno (Fi) ce l'hanno ancora fatta. Nulla di fatto anche per gli ultimi due consiglieri del Csm - per i quali il quorum si abbassa a 515 parlamentari. "Ove vengano da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, e finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora e può essere messo in discussione in senso opposto all'orientamento che ho prima richiamato", aggiunge Napolitano. "Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l'insediamento nel nuovo Csm", conclude il presidente della Repubblica. Oggi pomeriggio il Parlamento è convocato in seduta comune per una nuova votazione.