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Non solo Moody's: nemmeno Fitch si fida delle banche italiane

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo pomeriggio il trend positivo che si era intravisto già dalle prime battute della mattinata, si rafforza anche grazie a Wall Street.

La situazione sui mercati

Poco dopo le 15, infatti, il Ftse 100 arriva a +0,45%, il Dax e il Cac 40 a +0,5%. Solo Piazza Affari continua ad oscillare tra il territorio positivo e quello negativo, a cavallo della parità che alle 15,15 viene quasi sfiorata ma non raggiunta visto che il Ftse Mib in quel preciso istante viene fotografato a -0,01% pari a 22.334 punti. Intanto per il listino italiano arriva un'altra patata bollente per i bancari.

Il problema è sempre quello, a prescindere dall'angolazione dalla quale si guarda: Non Performing Loan. In Italia il livello di crediti deteriorati negli istituti ha raggiunto il livello del 17%, un numero troppo forte e troppo alto per permettere agli istituti di garantire una redditività solida e costante. Questa, in estrema sintesi, la view di Fitch che mantiene un outlook negativo sulle banche italiane. L'esempio più lampante per comprendere la situazione del settore, secondo gli analisti che hanno redatto il "Sovereign rating overview" è proprio quella serie di strategie messe in atto per salvare i grandi nomi. Una scelta, quella fatta dal governo, che ha avuto due conseguenze primarie: evidenziare che le banche tricolore avevano e hanno tuttora dei problemi, ma anche che questi problemi sono stati individuati, localizzati e che esiste la volontà fattiva di applicare misure di ristrutturazione interna dal momento che è pressocchè impossibile risolverli nell'immediato vista la mole e la complessità di un sistema bancocentrico come quello italiano in particolare ma anche europeo in generale.

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La view di Fitch

Ad ogni modo per Fitch, che ad aprile giudicava il credito italiano a livello BBB, restano anche dei fattori positivi come la riduzione dei rischi sul sistema bancario che proprio il processo di risanamento ha rafforzato. A questa si aggiungano anche il calo sul deficit-pil e la presenza di una certa fiducia sulle prospettive di medio termine.

A preoccupare restano sempre gli sviluppi politici con l'incognita delle elezioni previste per il prossimo anno e la possibile frammentazione del futuro governo e di entrambe le Camere oltre all'ormai storico macigno del debito Pil visto ai massimi per questo 2017.

Tornando ai giudizi di Fitch sul settore bancario made in Italy si tratta di una view molto simile a quella che ieri ha messo in evidenza Moody's nel suo report "Banking System Outlook - Italy - Negative Outlook Reflects Continued Balance Sheet Fragility" in cui il rating sull'Italia restava Baa2, ma si preferiva un outlook negativo. Ma per Moody's il problema non era solo la gestione dei Npl bensì anche la difficoltà delle banche stessedi riuscire a raccogliere capitale in un panorama che offriva poche possibilità in tal senso. E poco può fare, in questa direzione la crescita economica che, registrata nel resto d'Europa, stenta a volare sul territorio italiano. Una base di partenza troppo fragile per sostenere volumi e ricavi tali da permettere la riduzione dei crediti problematici. Tradotto in numeri per quanto riguarda i Npl si parla di un totale che sfiora i 350 miliardi di euro (349 per l'esattezza) pari al 17,3% degli impieghi contro una media Ue del 5,1%.

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