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"Norme contro il turismo riproduttivo". Nel mondo del legislatore Pillon

Simone Pillon (Photo: GIUSEPPE LAMIANSA)
Simone Pillon (Photo: GIUSEPPE LAMIANSA)

Articolo 120-bis: “Disposizioni contro il turismo riproduttivo”. Già la declinazione del titolo la dice lunga, ma non è finita qui. Non è la prima volta che il senatore leghista Simone Pillon prova a farsi legislatore di una materia delicata e complessa come è la gestazione per altri. Stavolta, però, il salto è doppio perché l’articolo 120-bis presuppone un articolo 120 e in effetti l’articolo a cui si riferisce Pillon esiste. È dentro il testo della legge di bilancio, il provvedimento di spesa per eccellenza.

Perché Pillon ha scelto di inserire nella manovra una norma che nulla a che fare con la programmazione economica è un aspetto secondario. Tra l’altro è molto probabile, per non dire scontato, che l’emendamento firmato anche da altri quattro colleghi (Ferrero, Faggi, Testor e Tosato) finirà nel cestino per estraneità di materia quando si procederà all’ammissibilità delle proposte di modifica. Ma veniamo all’articolo 120-bis.

Emendamento Pillon (Photo: Huffpost)
Emendamento Pillon (Photo: Huffpost)

I proponenti chiedono di inserire i divieti e le sanzioni previste dalla legge per la procreazione medicalmente assistita dentro il Codice penale, precisamente all’articolo 7, quello relativi ai reati commessi all’estero. I divieti e le sanzioni, tra cui figurano l’utilizzo a fini procreativi di gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente, entrerebbero quindi nel Codice, insieme alle norme che vietano la sperimentazione sugli embrioni.

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Pillon e i colleghi chiedono però una stretta ancora più forte. Il punto di partenza è sempre la legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita. All’articolo 12 si prevede che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Esistono, quindi, già il carcere e le multe, ma l’emendamento dei leghisti chiede di aumentare la portata della misura: la reclusione deve andare da un minimo di tre anni (e fino a sei anni) e la sanzione deve partire da 800mila euro (fino a un milione di euro).

L’emendamento pensa anche al comportamento dell’ufficiale di stato civile (il sindaco o chi lo sostituisce): non può iscrivere o trascrivere atti di nasciti “riportanti quali genitori del minore due persone dello stesso sesso ovvero più di due persone, anche se di sesso diverso”. Qui un elemento che si può collegare alla legge di bilancio c’è ed è la previsione di uno stanziamento di 2 milioni per consentire agli uffici dell’anagrafe la verifica della conformità delle richieste di trascrizione e prevenire tentativi di frode o di aggiramento. La questione qui è facile da intuire: 2 milioni di euro non si potrebbero utilizzare per altro?

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.