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Il numero magico del greggio secondo la view degli analisti

Il greggio ci ha abituati ad un andamento a dir poco particolare: dai minimi di febbraio quando aleggiava intorno ai 25 dollari al barile e i più catastrofisti già parlavano di un crollo a 5 dollari, fino a un rialzo che, attualmente, sfiora i 50 dollari sul Brent (49,78 per la precisione) e supera i 47 per il WTI (47,07), cifre che si avvicinano molto a quello che Malcolm Graham-Wood, fondatore di HydroCarbon Capital ha definito come il numero magico per il petrolio, cioè i 50 dollari, quota che mette d'accordo molti osservatori, in primis quelli di Pimco.

La view di Pimco

Secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato di Pimco l'oro nero si potrebbe stabilizzare intorno a quest'area. Questa, in estrema sintesi, l'opinione di Mihir Worah, Pimco CIO secondo cui domanda e offerta arriverebbero ad equilibrarsi proprio intorno ad area 50 dollari, il prezzo perfetto per i prossimi due anni. Si tratterebbe di un valore ben lontano dai circa 100 dollari al barile che si vedevano sul mercato prima della crisi storica innescata dall'Arabia Saudita, allora impermeabile a qualsiasi richiesta di regolamentazione sulla produzione di oro nero a causa di una concorrenza degli Usa con il loro shale oil, concorrenza da Ryad definita “sleale” perché, tra le altre cose, offriva al mercato un materiale più scadente a prezzi più bassi erodendo quote di mercato all'Opec e, in primis, ai sauditi stessi.

Ma il crollo delle quotazioni è stato favorito, enormemente, anche da altri fattori come un'eccesso di materia prima a fronte di un rallentamento della crescita a sua volta accentuato da un calo della produttività cinese. Ma il rallentamento della domanda ha anche un'altra radice, ovvero il cambio delle abitudini e dello stile di vita oltre all'ottimizzazione fornita dalle nuove tecnologie che permettono una razionalizazione dell'uso del carburante, oltre alla diffusione dell'energia alternativa e rinnovabile. Insomma un mix fatto di molti ingredienti.

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Da Ubs a BofA

Tornando alle opinioni di Pimco, per quanto il periodo peggiore del greggio possa ritenersi ormai alle spalle, è difficile, secondo Worah, che possa essere fattibile un accordo tra Russia, Arabia e Opec per una limitazione della produzione.

Opinione condivisa dalla maggior parte degli analisti i quali tendono a convergere tutti verso area 50 dollari: è il caso di Renaissance Capital che parla di un livello di 50 dolari anche per le società russe mentre sarebbe la quadratura del cerchio anche per quelle egiziane, come confermato dal ministro egiziano del Commercio e dell'Industria Tarek Kabil che giudica positivamente il range 50-55 dollari. Lo stesso dicasi per UBS che parla di un WTI in media a 43,81 nel 2016 e 57,00 nel 2017. Chi invece si spinge ben oltre è Bank of America che, per bocca di Savita Subramanian preferisce un rating overweight sugli energetici. Stando alle sue previsioni infatti è possibile vedere una ripresa del WTI a 54 dollari per il 2016 che diventerebbero 69 a giugno 2017.

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