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Nuove pensioni, chi rischia e chi no. Con il ricalcolo molti assegni saranno sforbiciati

(LaPresse)
(LaPresse)

E’ uno dei punti su cui il governo si gioca molto. L’impegno dell’esecutivo Lega-M5S sulle pensioni è chiaro: “Con quota 100 smonteremo la legge Fornero pezzo per pezzo”, annuncia Salvini. Ecco chi ci guadagna e chi ci smena con il ricalcolo contributivo.

La quota 100 per superare la Fornero

Tutto ruota attorno alla fatidica “quota 100”, come parametro per superare la legge Fornero. Si potrà ritirare dall’attività lavorativa chi avrà raggiunto almeno un’età anagrafica di 64 anni, con 36 anni di contributi. L’obiettivo è quello di lenire l’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile nel 2019 che passerà da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.

I contributi figurativi

Nel calcolo dovrebbe essere fissato un tetto di 2 anni ai contributi figurativi, cioè quelli non materialmente versati dal lavoratore durante i congedi straordinari. E’ prevista la possibilità di lasciare il mondo del lavoro anche per coloro che avranno totalizzato 41 anni e mezzo di contributi previdenziali. Lo Stato avrebbe un aggravio di spesa tra i 5 e gli 8 miliardi.

Il ricalcolo degli assegni

La Fornero si supera con il ricalcolo degli assegni. Per facilitare l’uscita il governo Conte pensa di imporre il conteggio contributivo anche per la parte compresa tra il 1996 e il 2012. In caso di aumenti di stipendio consistenti, il taglio dell’assegno pensionistico potrebbe raggiungere il 10 per cento, stando alle prime simulazioni.

In dubbio l’Ape social

L’Ape sociale (l’anticipo pensionistico a carico dello Stato per chi ha compiuto 63 anni e ne ha almeno 30 di contributi), insieme all’aumento delle quattordicesime, “ha scassato ulteriormente il sistema pensionistico”, secondo il leghista Alberto Brambilla. Stessa contrarietà anche per i lavoratori “gravosi” che possono ritirarsi con 41 anni di contribuzione. L’eliminazione dell’Ape e lo stop all’aumento delle quattordicesime garantirebbe un risparmio di circa 2 miliardi.

Taglio alle pensioni d’oro

Le pensioni d’oro che superano i 5mila euro netti mensili rischiano di essere tagliate, con modalità ancora da definire. Anche in questo caso si ipotizza un ricalcolo interamente contributivo degli assegni. Secondo l’Inps le pensioni superiori a 5mila euro sono circa 30mila.

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