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Nuovi record per gli indici USA?

Il colpo di reni di Wall Street venerdi post chiusura europea ha fruttato una nuova messe di record per gli indici US. Non che i tassi abbiano risentito granchè del turn around del sentiment. I rendimenti treasury sono scesi, e hanno chiuso poco distante dai minimi di seduta.

Il recupero dei bonds US (e core Europe) osservato negli ultimi giorni, a fronte di dati macro generalmente forti (in particolare quelli inflattivi) ed azionario robusto ha lasciato parecchi operatori perplessi. Certo, il positioning continua a costituire un forte fattore a supporto dei corsi. Gli ultimi dati del CFTC (riferiti al 14 febbraio) usciti venerdi hanno mostrato un nuovo incremento dei corti speculativi sul treasury. Alla luce del rimbalzo osservato negli ultimi giorni è’ facile immaginare che parte di questo nuovo corto sia stato coperto. Resta da capire come faccia il mercato ad assorbire cosi bene questi flussi di vendita, conducendo invariabilmente a queste ricoperture nonostante l’ottimismo evidente in altri asset.

Un discorso analogo può essere fatto sul mercato dei cambi anche se il lungo dollaro è in contrazione da 6 settimane. Il biglietto verde ha mostrato più verve venerdi, ma ha comunque deluso a fronte delle news.

L’assenza degli USA per festività ha come di consueto pesato sull’attività fin dalla seduta asiatica. Il tono è comunque stato buono in Asia. Tokyo ha tratto marginale profitto dal calo del $, nonostante un trade balance deludente sul fronte delle esportazioni. I mercati cinesi hanno reagito positivamente al fatto che le autorità hanno imposto restrizioni all’emissione di azioni.

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L’apertura europea è stata positiva, nonostante il ritiro dell’offerta Kraft per Unilever (NYSE: UL - notizie) , ed un newsflow politico non proprio esaltante:

  • In Francia la situazione si ingarbuglia sempre di più, con la Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) che aumenta il vantaggio e i margini tra gli altri sfidanti che si assottigliano. Se non altro, l’unione a sinistra non sembra fattibile, alla luce delle divergenze tra Hamon e Melanchon

  • In Italia la scissione del PD sembra più probabile, a giudicare dalla retorica. Negli ultimi giorni le case hanno riportato l’attenzione sul Belpaese, con toni abbastanza pessimisti (vedi Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) )

  • In Germania la SPD di Shulz supera la CDU della Merkel nei sondaggi. Il che non gioca a favorse della flessibilità nei confronti della Grecia, anche se le dichiarazioni che escono dall’Eurogruppo odierno sembrano positive.

Il tono positivo si è successivamente affievolito, complici flussi di vendite sulla parte breve e media francese, che hanno causato una fiammata di volatilità anche sui bonds periferici e sui rispettivi mercati. Successivamente il movimento è in larga parte rientrato sui periferici, mentre la carta francese è rimasta debole in particolare sul citato segmento 2-5 anni.

L’assenza degli USA ha levato velleità alla price action pomeridiana, con gli indici che chiudono poco variati, ad eccezione del Dax, supportato da storie specifiche.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online